venerdì 9 marzo 2018

Non cancellare la memoria



In tema di memoria del Novecento, il secolo breve come qualcuno lo ha chiamato, è consigliabile leggere un libro di uno storico che riflette sulla sua peggiore delle tragedie, il nazifascismo. Tony Judt, “L’età dell’oblio. Sulle rimozioni del ‘900” è un autore inglese. Dal sito che lo recensisce leggiamo: “In un flusso narrativo ininterrotto Judt fa il punto su quanto accaduto in Europa dal 1945 ad oggi: con troppa sicurezza e poca riflessione ci siamo lasciati alle spalle il Ventesimo secolo e ci siamo affrettati a liberarci dal suo bagaglio  economico, intellettuale e istituzionale. Non abbiamo fatto in tempo a lasciarcelo alle spalle, che i suoi dissidi e suoi dogmi, i suoi ideali e le sue paure stanno già scivolando nelle tenebre dell’oblio. Non solo non siamo riusciti a imparare granché dal passato ma ci siamo convinti – nelle previsioni politiche, nelle strategie internazionali, persino nelle priorità educative – che il passato non ha nulla di interessante da insegnarci. Sulla base del principio che quello era allora e questo è adesso, tutto quanto avevamo imparato dal passato non andava ripetuto. Il nostro – insistiamo – è un mondo nuovo; i rischi e le opportunità che ci offre non hanno precedenti.” Già, e come la mettiamo con l’America First di Trump e il nucleare della Corea del Nord?  Se vogliamo comprendere il mondo nel quale viviamo dobbiamo conoscere quello dal quale siamo appena usciti. “Il passato recente potrebbe accompagnarci ancora per qualche anno. Questo libro è un tentativo per renderlo più comprensibile.” Dall’Olocausto alla spinosa questione del “male” nella comprensione del passato europeo, dall’ascesa e declino dello Stato a quello degli intellettuali del Novecento, Tony Judt stila un compendio delle cieche illusioni dei nostri anni.

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