lunedì 13 febbraio 2023

Ristoranti stellati e pizzerie, qual è il polso della situazione?

E tra uno smart working e la schiscetta da consumare sul luogo di lavoro, c'è crisi tra i ristoranti, i bar e le tavole calde. Ma l'agroalimentare italiano vale ben 1/4 del Pil nazionale. Anche se non occorresse istituire un Ministero della sovranità alimentare. I nostri prodotti sono ben protetti dalle denominazioni di origine (doc, dop e igp) e altro non serve. Piuttosto ho seguito con interesse una puntata di Report, la trasmissione televisiva una volta condotta da Milena Gabanelli e adesso da Sigfrido Ranucci, che metteva in luce come la gran parte del fatturato dei ristoranti blasonati, quelli delle stelle Michelin o delle forchette del Gambero Rosso e dei riconoscimenti del Club Papillon per intenderci, derivino gran parte dei loro utili dalla televisione. Consulenze, le chiamano loro, e con questo si chiamano fuori da ogni fraintendimento sulle tasse che dovrebbero pagare. Infine, la questione pizza: patrimonio dell'Umanità istitutito dall'Unesco concorrebbe in maniera non sottovalutabile alla creazione di CO2, anidride carbonica nell'aria. E non solo per il calore emanato dai forni, a gas o elettrici. Ma anche per gli ingredienti: una marinara, senza mozzarella, è meno inquinante della sorella. La mozzarella infatti sfrigola di più ed emette più aria calda.

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