mercoledì 1 aprile 2020

La distruzione della natura e il suo legame con le pandemie


Mentre il Coronavirus mette in ginocchio anche le filiere alimentari, abbiamo certo letto tutti gli articoli pubblicati sul legame tra pandemia, animali e natura. Anche CWIF, Compassion in World Farming Italia, la prima associazione, con base a Bologna, a lanciare già da diversi anni l’allarme sulle condizioni di cattività in gabbie in cui vivono molti animali destinati alla nostra alimentazione, denuncia l’estinzione delle biodiversità responsabili forse dei virus che si sono sviluppati negli ultimi anni (aviaria, Sars, Mers e adesso Covid-19). “La distruzione degli habitat naturali di molte specie, la perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici di cui l’attività umana è la sola responsabile, ci impongono oggi una seria riflessione.”

“Ogni giorno, enormi distese di foresta vengono distrutte per coltivare soia e cereali a spese di habitat naturali e animali selvatici. La maggior parte di questi verranno utilizzati per nutrire gli animali negli allevamenti intensivi, che ammassati nei capannoni, potranno a loro volta diventare potenziali vittime e fonti di virus e batteri letali.”


Le gabbie non sono solo sinonimo di crudeltà. Sono anche una delle cause principali della devastazione ambientale di cui siamo tutti oggi testimoni. CIWF lavora per fare sì che le aziende alimentari smettano di utilizzare uova in gabbia, ma, una volta che si sono impegnate a farlo, sono gli unici che controllano ogni anno i loro progressi verso una filiera senza gabbie. Lo strumento utilizzato è il Report EggTrack, ovvero il rapporto che monitora e traccia il progresso delle aziende alimentari che si sono impegnate pubblicamente ad abbandonare le uova provenienti da allevamenti in gabbia nelle loro filiere. La seconda edizione, con risultati confortanti, è stata recentemente pubblicata online.




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