lunedì 20 aprile 2020

La natura che si rivolta

Cos'è la natura che si rivolta con il coronavirus e tutte le sue conseguenze sulla nostra vita agiata a sorda agli appelli del Vicino Oriente da dove arrivano sempre più immigrati poveri e ammalati?  Cos'è questo inverno, dal 1800 il più caldo (+1,6 gradi) di tutti i tempi, che ci "regala" adesso un Po in secca, la nostra più grande pianura da dove arrivano i raccolti più importanti (grano, mais, cereali), ma anche gli allevamenti (bovini, suini, polli) necessari alla nostra alimentazione, che però inquinano l'aria con il rilascio dei liquami a cielo aperto?
E' la rivolta del modello pensa locale, agisci globale, che in questi ultimi anni sembrava così collaudato da portarci a sempre più alte vette di ricchezza e di benessere. E invece così non è stato. E lo dovremo imparare il più presto possibile perché "anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti". Abbiamo sottovalutato il rischio "balcanizzazione" dell'ex Jugoslavia, l'eccidio dei Curdi da parte della Turchia di Erdogan, e in casa la distruzione del modello di eccellenza della sanità in Lombardia fatta cadere in tanti pezzetti dalla privatizzazione delle prestazioni ( a pagamento, sennò l'esame lo fai se ti va bene tra sei mesi, sennò tra un anno), dalle gestioni Formigoni e Maroni. E ora che si fa. Basta un battito d'ali dall'altra parte del mondo per mandare tutto a catafascio. E' bastato che i Cinesi fossero a stretto contatto con i pipistrelli che è scoppiata una pandemia mondiale. Fate presto, per favore, a trovare una cura o un vaccino. 

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