giovedì 16 aprile 2020

Distruzione della natura e pandemia


Il nostro Paese, proprio per l’immenso valore che gli viene attribuito quando si parla di alimentazione e cultura del cibo, dovrebbe essere pioniere della sostenibilità alimentare e del rispetto del benessere animale. La giustizia sociale dovrebbe coincidere con la giustizia ambientale.

Così, CIWF, Compassion In World Farming, che porta avanti da anni questa battaglia,  adesso chiede che nella PAC 2020 vengano inserite misure a vantaggio degli animali allevati in cattività, tra cui ci sono anche i suini, le cui 500mila scrofe sottoposte a cicli di inseminazione continui, vengono chiuse in gabbia nei periodi di gravidanza e allattamento. Anche circa il 95% dei polli italiani sono allevati intensivamente: milioni di animali che vivono all’interno di capannoni bui, in condizioni di salute pessime che causano loro sofferenze e difficoltà a esprimere i comportamenti naturali. Ne ha parlato Sabrina Giannini in un programma di informazione di Rai3. “L’espressione ‘Eccellenza del Made in Italy’ – ha argomentato - rischia, in questo caso, di diventare una definizione priva di contenuto invece che sinonimo di qualità e avanguardia.” L’impronta umana sulla natura (pensiamo alle deforestazioni e alle colture intensive che distruggono le biodiversità) è stata in questo ultimo secolo pesante e devastante. E, in un sistema agroalimentare come il nostro, con l’immenso valore che gli viene attribuito proprio per i suoi cibi made in Italy, il dolore cui soffrono i polli boiler, quelli allevati artificialmente in gabbie chiuse, senza possibilità di muoversi - lesioni, deformità, distrofia muscolare, difficoltà a muoversi - e diventando grassi in poco tempo, dovrebbe indurre ad una rapida marcia indietro. E non dimentichiamoci, come fu un tempo per l’aviaria, che l’interazione uomo-animale in cattive condizioni igieniche può essere l’anello di congiunzione con i virus e i batteri. Come accade nei capannoni dove vengono tenuti anche bovini in cattività con lo sversamento dei loro liquami appena fuori nella pianura padana, la più colpita dall’attuale pandemia.

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