martedì 27 ottobre 2020

La pandemia, e non il pandoro, di questo Natale

 Anche quest’anno arriva Natale con la novità, già da circa 20 anni ormai, del Black Friday, il “venerdì nero” degli acquisti, in cui si  compra tutto a prezzi scontati, anche e sopratutto online a causa della pandemia, con Amazon, saldamente radicato in Italia anche se paga le tasse in Irlanda o in Olanda. L’usanza arriva dagli Usa, come il resto, anche Halloween del primo novembre ( che per chi non lo sapesse vuol dire Tutti i Santi celebrati con la zucca intagliata e con il “dolcetto o scherzetto” dei bambini che bussano alle porte di casa per avere dei dolci pena uno scherzo).

Sperando di non importare dagli Usa anche la liberalizzazione delle licenze per le armi, anche se si sa che abbiamo una centrale nucleare a Ghedi (Brescia) e F35 pronti al decollo, voluti dall’allora socialistissimo Craxi. Ma tornando al Black Friday l’ecommerce, cui si rivolgono sempre di più i consumatori chiusi in casa dalla pandemia, vive adesso un momento di rivolta. I suoi lavoratori sono in sciopero proprio in questi giorni. Si sa infatti che gli addetti di colossi come Amazon e la cinese Airbnb sono sottoposti a ritmi di lavoro stressanti e che la fortuna di cui godono queste istituzioni si deve al profilo dei consumatori stilata (per una vendita taylor made, tagliata su misura) dal giovane Zuckeberg, l’inventore dei Facebook, che paga anch’esso le tasse nei paradisi fiscali, e conosce tutti i nostri dati e le nostre preferenze raccolte da tutti i social (Instagram, Twitter etc. che sono venuti dopo).

Così i  governi stanno pensando adesso a istituire una web tax. Il mondo sta diventando  una pentola a pressione pronta ad esplodere e noi parliamo di pentole ai fornelli tutti i giorni, su tutti i giornali, le riviste e le tv. Una moda peggio del gossip cui mi sono dovuta adeguare anch’io con il mio blog, pena non aver nessun lettore. Allora, dopo questa divagazione, con il prossimo post vi darò dei suggerimenti per la tavola e i cibi natalizi. Viviamo in un mondo non post moderno ma ipermoderno, ma dobbiamo ricordarci che tutto deriva comunque dalla terra senza la quale non avremmo i prodotti di cui ci cibiamo. Con buona pace di Oscar Farinetti, l’inventore di Eataly, che ha creato i templi delle nostre più svariate leccornie dop, doc e igp (in Italia, uno a Milano nell’ex sede di Expo 2015 dedicata proprio al tema dell’alimentazione e l’altro a Bologna, Fico: Fabbrica italiana contadini) nei quali però una famiglia media a farci la spesa non ce la fa. Difatti ci vanno i ricchi di altri Paesi (cinesi soprattutto) che si vogliono portar via qualche souvenir. 

E questo fino a ieri: oggi sono in piazza con tutta la loro rabbia gli “ultimi” toccati dalla pandemia, un frutto della bulimia di acquisti di questi anni cui si somma la perdita di lavoro dovuta alla sostituzione, in molti campi, dei robot agli umani. Buon Natale J

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