lunedì 5 dicembre 2022

Il surriscaldamento globale e la crisi delle aree fertili

La questione di sempre più zone aride, infertili e siccitose del globo non è da prendere sottogamba. Non daranno che per poco tempo ancora di che cibarsi alla maggior parte della popolazione vivente, 8 miliardi di persone, sul pianeta azzurro che è l’unico di cui disponiamo. Non avendo le varie spedizioni interstellari trovato altri pianeti abitabili. L’eco di altre galassie molto ma molto distanti da noi, magari sì, ma un pianeta su cui vivere no. Esiste un’intera letteratura sull’argomento, fatta di libri, film e trasmissioni radiotelevisive. Da Star Trek a Blob, ad Alien, dai libri di Isaac Asimov a quelli di Van Vogt, di Philip Dick e Kurt Vonnegut. E anche se avevo postato sul mio blog una decina di anni fa la fotografia di un fiore coltivato in assenza di gravità su una stazione orbitante dell’Esa, l’Ente spaziale europeo, di cui hanno fatto parte Parmitano e Cristoforetti, coltivare piante in assenza di gravità non sembra una buona idea. Così, il surriscaldamento globale di cui soffriamo oggi sulla terra, +1,5 gradi centigradi, anche se sembra poco, secondo eminenti meteorologi e geologi, farà sì che se non avremo avviato una seria de carbonizzazione delle fonti di energia, l’aria diventerà irrespirabile, da Nord a Sud. Si alzeranno i livelli dei mari, scompariranno larghi tratti di costa, laghi e fiumi diventeranno salati. Con buona pace dell’agricoltura e della pesca.

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