martedì 8 dicembre 2015

Lambrusco contro le maggiori libertà in tema di etichettature


Il Consorzio dei Vini di Lambrusco ha fatto ricorso in Cassazione presso l’Alta Corte di Madrid per l’intenzione della Commissione Ue di liberalizzare la denominazione di alcuni vini italiani a denominazione di origine tra i quali appunto il Lambrusco. A tal proposito il Consorzio fa presente che “Per il settore vitivinicolo in adeguamento anche al Trattato di Lisbona si prevedono degli atti delegati e di esecuzione del Reg. UE n. 1308/2013 in materia di etichettatura e presentazione vini. Nulla di più condivisibile se non fosse che gli orientamenti espressi dalla DG AGRI in materia di armonizzazione delle procedure a livello orizzontale paventano anzitutto un pericolo di maggiori libertà operative nell’etichettatura dei vini che nulla ha a che fare con la semplificazione.

Il comportamento della DG Agri di Bruxelles – per rotazione in questo momento è diretta da uno spagnolo – avrebbe il fine non dichiarato di valorizzare la produzione di vino da tavola della Spagna e nasce il timore delle 11mila imprese viticole del  territorio di Modena e di Reggio Emilia per questa concorrenza ritenuta sleale.

In proposito l’iscrizione al registro di Lisbona cita in calce l’articolo 107 del Regolamento UE 1308/2013 e il dispositivo giuridico dell’articolo stesso fa riferimento al concetto della Denominazione di Origine la quale non può essere imitata o utilizzata in modo parziale.Per ultimo, ma non meno importante, informa Ermi Bagni – direttore del Consorzio di Tutela - la produzione media annua dei vini DOP e IGP “Lambrusco” è di160mila di bottiglie delle quali il 65% viene esportato in 52 paesi.


 


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