giovedì 31 dicembre 2020

Una riflessione sul cambiamento climatico e le risorse idriche che scarseggiano

Domani sarà il primo giorno del nuovo Anno che auguro sereno a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri via mail e anche ai miei lettori. Un anno, soprattutto, che porti via la minaccia della pandemia, con tutta la popolazione vaccinata entro l'estate (e pochi e isolati no vax). Lascio indietro il più che pessimo 2020 con le considerazioni che vi propongo in questo post, anche in considerazione del fatto che come blogger mi sono sempre proposta quale critica della (in)civiltà dei consumi e come fautrice di un modo più equilibrato di lasciare la nostra impronta sul pianeta che ci ospita (e che adesso non ce la fa più). 

Il surriscaldamento globale, con le conseguenze sul meteo, come l’aumento di CO2, il buco nell’ozono e la tropicalizzazione del clima, ha effetti nefasti non solo per l’aria che respiriamo e sulle specie viventi, ma anche sulla nostra principale fonte di sostentamento: la terra.

In questo quadro è cosa nota la corsa alla de carbonizzazione dell’energia. Che in Italia si prevedeva avvenire entro il 2025, poi il 2030 e adesso il 2050. Così la terza rivoluzione industriale è affidata al New Green Deal. Che parte dalla consapevolezza dei Paesi a vocazione agricola ed esportatrice. Come il nostro. Che con la sua grande biodiversità, con il primato nel biologico, seconda solo agli Usa, e con le sue oltre 200 Dop e Igp nei prodotti alimentari, può fare la differenza nell’ Unione Europea.

Al cui interno, con lo scambio  di conoscenze anche in campo energetico, si è arrivati a produrre energia alternativa. Proveniente da fonti rinnovabili non fossili: “energia eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica, oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas”, come si legge sul sito www.enea.it. Anche se non tutta di questa è pulita: gas di discarica e gas residuati dai processi di depurazione, per esempio, sono la nuova frontiera delle ecomafie.

In base a teorie ormai largamente condivise, verificate con metodo sperimentale, la temperatura sul nostro pianeta si sta alzando di qualche grado di troppo. Per esempio in Australia e in Siberia, quest’ultima simbolo, quando se ne deportavano gli oppositori di Stalin, di temperature più che ampiamente sotto lo zero, e che adesso stanno letteralmente bruciando.

Si alzano così i livelli dei mari, scompaiono larghi tratti di costa, laghi e fiumi diventano salati. Il Mediterraneo, culla della nostra civiltà, esonda. Sarà arrivato il momento di prefigurare un “nuovo comunismo della solidarietà”, invocato dal filosofo cristiano ateo come me, Slavoj Zizek in Virus, Ponte alle Grazie, 28 pp., 3.99 euro, e-book, 2020, dettato anche dalla necessità di combattere il Covid-19? Esempi di conversione ad un’economia verde già esistono.

Come quelli, oltre ai pannelli solari e le contestatissime pale eoliche, dei sottoprodotti dell’ agricoltura. Mentre l’azienda del pomodoro Mutti, per esempio, ha inaugurato nei mesi scorsi la sua Instafactory, un impianto mobile di lavorazione sui campi del prodotto che lo coglie nell’istante esatto della sua maturazione.

Mentre però si stanno sperimentando tutte queste soluzioni intelligenti per un’agricoltura più sana, si dimentica, o si fa finta di dimenticare che i prodotti che portiamo in tavola sono raccolti dagli “ultimi della terra”. Immigrati che vivono in condizioni insostenibili e vengono pagati pochissimo, mentre il frutto del loro sudatissimo e non riconosciuto a livello sindacale lavoro, ma solo dalle leggi del caporalato, viene rivenduto nella grande distribuzione organizzata e dall'e commerce, da cui adesso siamo dipendenti perché il cibo è l’unico acquisto essenziale che ci fa uscire di casa anche con la pandemia, a prezzi molto più alti del costo. Il ricavato va a rimpinguare le loro casse e mette poveri contro poveri. Cioè gli immigrati sottopagati contro i pensionati che si possono permettere solo prodotti sottocosto. 

 

 

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I tanti perché del calo del vino spumante

Con il crollo dell’horeca causa lockdown e Brexit, l’anno 2020 del vino italiano si sta per chiudere con il risultato economico peggiore degli ultimi 30 anni, dopo gli ultimi 6 di grande crescita soprattutto per le bollicine made in Italy, diventate le più prodotte, le più esportate e le più consumate nel mondo. Furono 75/76 mln i tappi volati lo scorso anno, saranno 66/67 oggi (-11,8% in media).

Secondo il direttore di Osve Ceves, Osservatorio Vini Spumanti, Giampietro Comolli oggi, e ancor più con la Brexit, molti sono i temi da dirimere sul tavolo della ministra del Mipaaf Teresa Bellanova. “Per il vino in particolare – dice – è fondamentale che tutti i decreti legge leghino in modo indissolubile l’erogazione di fondi alla certificazione, alla designazione in etichetta, al controllo qualità, alla sostenibilità di impresa”. Che è quanto dire fare dell’economia circolare anche sui vini. E continua: “qualsiasi euro pubblico erogato deve essere garantito dalla eco sostenibilità produttiva, di trasformazione, industriale, dei trasporti e della distribuzione commerciale, previo recupero dei fondi elargiti più una mora-sanzione alta.”

“Per esempio – osserva ancora - perché i 10 mln di euro che saranno destinati alla conservazione in botte, non vengono collegati con fattori di sostenibilità in cantina e in vigna e assegnati in base ai volumi delle certificazione Dop e Igp, rispettivamente denominazione e indicazione di origine protetta, e alla corretta dicitura in etichetta, invece che solo per l’ unica finalità aperta anche a chi acquista vino sfuso?”

Il brindisi di questo fine anno sarà virtuale, con consumi che abbandonano l’horeca, il più colpito dalla pandemia, mentre le bollicine domestiche non crollano. Oltre ai consumi tra le mura di casa, visto che non ci si può spostare, gli spumanti tengono anche come regalo. 

Diverse motivazioni, oltre ai lockdown, hanno inciso in modo determinante sul crollo di volumi e valori, pur facendo registrare nei primi 2 mesi dell’anno un risultato eccezionale con un +13% in valore e un +9% in volumi nell’export (anche in Uk). Purtroppo i dati relativi alle spedizioni e distribuzione in Italia degli ultimi mesi di consegne (ottobre-novembre) sono i più bassi di sempre. La previsione di un semi lockdown , si è avverato. Con le chiusure, seppur mirate, il settore horeca resta il più colpito, subito dopo il turismo e l’arrivo di stranieri in Italia, anche per le feste di fine anno, in grandi città d’arte e nelle stazioni sciistiche.

Solo negli ultimi 30 giorni dell’anno,” registriamo – conclude Comolli - un danno alla produzione di vini spumanti di € 60 mln/euro e un danno al consumo di oltre € 150 mln/euro. Un gap così alto fra produzione e consumo che deve far riflettere. Da qui il dato della perdita di circa 5 mld/euro di mancata spesa degli italiani e dei turisti che non ci sono, che vengono in Italia (2 su 3 adulti) soprattutto per l’enogastronomia. Un asset nazionale, quello eno-alimentare-gastronomico, che forse non è stato ancora collocato nella giusta dimensione e valore per il Paese Italia. Un danno reale che va ben oltre i ristori promessi e non ancora arrivati. Boom solo per l’e- commerce e la Gda, dove però sono stati svelati alcuni “trucchi”: per esempio perché la stessa bottiglia costava 19,90 euro prima del lockdown e 9,90 oggi che se ne vende meno? 

 

 

 

 

 

 

  

giovedì 24 dicembre 2020

Menu per le Feste facili e leggeri

Ormai abbiamo tutti poco tempo per stare in cucina ed è anche difficile che le ricette si tramandino di nonni in nipoti. Così furoreggiano i blog di consigli gastronomici. Io mi limito a considerare che questo Natale tanto difficile causa Covid, con tante famiglie che hanno perso i propri cari non sia proprio il caso di festeggiare. Quindi avrò con me solo due persone e soltanto per un veloce tè con panettone e tiramisù il pomeriggio del 25. Per il resto mi limiterò, la sera della vigilia, a qualche tartina con gamberetti e gelatina e insalata russa (il tutto già pronto), e una spaghettata con aglio, olio e acciughe sottolio con secondo di formaggio gorgonzola e noci. Più la per me classica fetta di pandoro che preferisco al panettone. Come si vede una cena vegetariana che mette d'accordo tutti. A pranzo il giorno dopo consiglio un lesso di pollo con maionese, mostarda e senape. E di primo il brodo con tortellini ripieni di carne. Non vegetariano o vegano ma leggero. Come frutta secca, le noci, che secondo alcuni farebbero bene al cervello (avete mai notato come un gheriglio di noce assomigli alla struttura del nostro cervello?). La sera di Capodanno riciclerò tutti questi avanzi e il primo dell'anno mi limiterò al cotechino con lenticchie (le lenticchie secondo me vanno cotte in poco olio con un soffritto di cipolla, carota e sedano, senza pomodoro e sale qb.). Il tutto innaffiato con spumante dolce perché il dolce va con dolce e non con i vari brut, sec, demi sec etc. Buone Feste e un Anno Nuovo da vaccinati e sereni. 

venerdì 18 dicembre 2020

Ricette natalizie con il pecorino Dop

Quasi inutile dirvi che il pecorino è il formaggio per eccellenza. Non per niente si chiama volgarmente cacio ed è noto il detto: "come il cacio sui maccheroni". Quando le famiglie italiane erano povere e vivevano alle estreme periferie delle città, la pasta condita con pomodoro e formaggio era quasi l'unico piatto da mettere in tavola. Famosa a questo proposito la gag di Totò in Miseria e Nobiltà. Oggi che ci siamo scrollati di dosso l'appellativo di confini dell' Impero, possiamo permetterci ricette elaborate e nutrienti, come queste che il Consorzio della Dop, Denominazione di origine protetta, vi propone.

Antipasto: Pecorino Sardo Dolce DOP grigliato, miele e noci

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

·         6 fette di Pecorino Sardo Dolce DOP

·         miele di acacia q.b.

·         gherigli di noci q.b.

·         pane rustico a fette

 PREPARAZIONE

Tostate il pane in padella o in forno a 200°.

Tagliate a fette o spicchi il formaggio pecorino, poi cuocetele sulla griglia calda. Quando le fette inizieranno a filare, trasferitele sul pane. Irrorate con miele e distribuite i gherigli di noci.

 Primo: Crêpes con arcobaleno di verdure e Pecorino Romano DOP

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

Per le crêpes:

·         120 g di farina

·         40 g di burro fuso

·         2 uova

·         200 g di latte

Per la farcia:

·         200 g di ricotta

·         200 g di carote

·         150 g di zucchine

·         200 g di patate

·         100 g di piselli

·         100 g di piselli

·         80 g di Pecorino Romano DOP

·         panna da cucina q.b.

·         sale, pepe

·         30-40 g di burro

 PREPARAZIONE

Crêpes: sbattete le uova con la farina e 3 cucchiai di latte, poi, quando la pastella sarà liscia, aggiungete il resto del latte. Salate e lasciate riposare il composto per 30-40 minuti.

Scaldate una padellina antiaderente con poco burro, versate due mestolini di pastella, ruotate la padella per far scivolare l’impasto su tutto il fondo e cuocete la crêpe da ambo i lati. Proseguite nella cottura delle crêpes fino ad esaurire la pastella.

Farcia: tagliate a cubetti le verdure e cuocetele a vapore.

Lavorate la ricotta con il Pecorino Romano, unite qualche cucchiaio di panna, controllate la sapidità e pepate a piacere. Aggiungete le verdurine (a parte un cucchiaio) e miscelate.
Allineate le crêpes sul piano di lavoro e farcitele. Arrotolatele e adagiatele in una teglia da forno imburrata. Distribuite qualche fiocchetto di burro, le verdurine tenute da parte, una spolverata di Pecorino Romano grattugiato e cuocete in forno preriscaldato a 190° per 20-22 minuti circa.

 

Secondo: Fonduta al Fiore Sardo DOP

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

·         300 g di Fiore Sardo DOP grattugiato

·         140 g di panna fresca

·         100 g di latte

·         noce moscata, pepe nero

·         2 tuorli

·         pane tostato per servire

PREPARAZIONE

Ponete per 4 ore il Fiore Sardo grattugiato a bagno nel latte con 100 g di panna. Trasferite il composto in una casseruola con la panna rimasta, poi su fiamma moderata fondete il formaggio mescolando continuamente. Appena la fonduta sarà omogenea, allontanate dal calore, aggiungete i tuorli e versate la fonduta nell’apposito pentolino. Profumate con la noce moscata e un pizzico di pepe e servite con i crostini di pane tostato.





Ricette con la mortadella Igp per Natale

Non occorre essere un'attivista militante come me contro le sofferenze inflitte agli animali negli allevamenti intensivi, per disdegnare di assaggiare ogni tanto una buona fetta di mortadella Igp. Faccio infatti un atto di fede nel credere che questo salume, che si fregia dell'Indicazione geografica protetta, sia allevato nel più pieno rispetto dei diritti degli animali. E vi propongo queste sue ricette natalizie.   

ALBERO DI NATALE CON MORTADELLA BOLOGNA

Ingredienti:

Pasta sfoglia, 1 confezione 

Mortadella Bologna IGP, 200 g 

Pomodorini, 500 g 

Formaggio a fette, 100 g

Preparazione: 

Stendete la pasta sfoglia e rivestitela con la mortadella ed il formaggio. Tagliatela a strisce

alte circa 3 centimetri ed avvolgete con ciascuna striscia un pomodorino.

Disponete i rotolini che avrete ottenuto in una teglia, posizionandoli in modo da ottenere la forma di un alberello. Mettete in forno preriscaldato a 200 gradi e cuocete per circa 20 minuti o fino a quando non risulterà ben dorato.

 

TRONCHETTO DI NATALE CON MORTADELLA BOLOGNA IGP

Ingredienti: 

Pane a fette da tramezzini senza crosta,

500 g 

Mortadella Bologna IGP, 300 g 

Formaggio spalmabile, 500 g 

Pepe rosa e pistacchi per guarnire

Preparazione: 

Affiancate le fette di pane per tramezzini per ottenere una superficie unica, spalmatela con il formaggio e adagiatevi le fette di Mortadella Bologna. Arrotolate ottenendo un cilindro. Spalmatelo con il formaggio e decorate con il pepe rosa ed i pistacchi.

  

ROLLE’ DI TACCHINO CON MORTADELLA BOLOGNA IGP

Ingredienti: 

Fesa di tacchino in una fetta, 600 g

Mortadella Bologna IGP, 300 g

Castagne lesse, 1 confezione 

Formaggio grana, 100 g

Preparazione:

Stendete la fesa di tacchino su un tagliere, adagiatevi le fette di Mortadella Bologna, il formaggio grattugiato e le castagne, conservandone alcune.

Arrotolate con cura e legate il rotolo ottenuto con spago alimentare. Mettete dell’olio in una padella con una foglia di alloro e fate rosolare il rotolo di tacchino da tutti i lati. Stufate con vino bianco e cuocete per circa 50 minuti.



lunedì 14 dicembre 2020

La torta caprese

La torta caprese è un dolce molto goloso quanto (relativamente) poco calorico perché non contempla tra i suoi ingredienti la farina (come la torta di cioccolato del dottor Mozzi). Ed è per questo adatta anche ai celiachi, cioè agli intolleranti al glutine contenuto nelle proteine del grano. Prende il suo nome dall’isola di Capri dove fu inventata dal pasticciere Cosimo di Fiore negli anni Venti del secolo scorso. Le uniche sue fonti altamente caloriche sono le mandorle sgusciate e finemente tritate (200 g) da mescolare con 200 g di burro ammorbidito (tenetelo fuori dal frigorifero per mezz’ora), 150 g di cioccolato fondente, i tuorli di 4 uova e 150 g di zucchero extrafino, più un pizzico di sale. A parte montate gli albumi delle 4 uova a neve e incorporateveli delicatamente lavorando con il mestolo da sotto in su, senza far sgonfiare troppo l’impasto. Imburrate e infarinate una tortiera di 18-10 cm e infornate a forno già caldo a 180°C per 45 minuti. Mettete a raffreddare su una graticola: questo è l’ultimo tocco perché la torta non si inumidisca. Coprite di una manciata di mandorle tritate e sgusciate e di zucchero a velo. 

giovedì 10 dicembre 2020

Polletti amburghesi e cavoletti di Bruxelles

Oggi vi propongo una ricetta che ha il sapore di altri tempi. Chi si ricorda infatti i galletti amburghesi e i cavoletti di Bruxelles? I poletti sono ottimi arrosti, il procedimento è quello del pollo arrosto, o fritti, idem. Oppure alla cacciatora, preparando un fondo di olio aglio, sedano, cipolla, carota tritati. Si fanno poi rosolare e si aggiunge un cucchiaio di polpa di pomodoro. Lasciare cuocere fino a cottura ultimata perché la carne bianca va cotta bene. I cavolini di Bruxelles vanno ripassati in una padella al burro, dopo averli mondati e lavati. 

mercoledì 9 dicembre 2020

Prezzi al rialzo per il cibo

In questi tempi di lockdown gli italiani hanno speso di più generi alimentari, cibo e bevande. Soprattutto pasta e ortofrutta. Secondo una ricerca Enpaia e Censis la spesa domestica alimentare è  crescita del 2,3% con il traino di alcuni prodotti: pasta (+12%), riso (+16%), birra (+16,2%). E sono tornati alla ribalta i piccoli negozi di prossimità, con il + 31%. Per i ristoranti si è registrato invece un crollo del 40%. Tutto questo induce alcuni a pensare che il governo non abbia fatto abbastanza o si sia mosso in modo sbagliato. Ma una pandemia è una pandemia e, al netto di quanto ci dicono i virologi che spuntano da ogni dove, non si scappa. Piuttosto dovremmo considerare il fatto che i generi alimentari sono molto cresciuti di prezzo e la grande distribuzione se ne è forse approfittata. E che i ristoranti non hanno forse guadagnato abbastanza negli anni addietro, senza in tanti casi fatturare, da non poter adesso far fronte per un po', con quello che hanno incassato prima, a questa catastrofe?  

martedì 1 dicembre 2020

Raro impollinatore lucertola scoperto in Sudafrica

Già nel 2017,  due scienziati, frequentando un seminario sulle montagne in Sudafrica si erano imbattuti in un fiore estremamente denso di profumo e nettare. E si erano chiesti, saranno uccelli, saranno api ad impollinarlo? Quest’anno, a tarda notte, mentre scaricavano i dati dalle trappole fotografiche per una ricerca sulle birre, la candidata al dottorato Ruth Cozien e suo marito Dr Timo van der Niet hanno visto una lucertola falesia di Drakensberg (Pseudocordylus subviridis) visitare questo fiore noto con il nome di Guthriea capensis, e comunemente conosciuto come "il fiore nascosto". Nei giorni successivi, hanno catturato altri filmati di lucertole che infilavano i loro beccucci in profondità nei fiori per il nettare. Questa è la seconda pianta al mondo conosciuta per usare i rettili come impollinatori primari, e la prima a farlo in Africa. "Molta scienza è solo una gran fatica. Ma momenti come questo rendono tutto utile", ha affermato dopo la scoperta la scienziata botanica Sandy-Lynn Steenhuisen.


giovedì 26 novembre 2020

"Maiali tranquilli"

Della serie "buone notizie", come quelle del Corriere della Sera, apprendiamo dal Golosario del Club Papillon, che riprende quanto pubblicato da Il Giornale, che l'azienda agricola cremonese della famiglia Bettella dagli anni Cinquanta alleva soltanto maiali tranquilli. Bravi, vi facciamo qui pubblicità perché il consumatore, nelle salumerie dove vi trova, vi scelga.

mercoledì 25 novembre 2020

Una Pac (Politica agricola comune) in/sos/tenibile

Lo so, vi ho portato fuori strada con i miei post sulle ricette con la coppa o con la mortadella. Ma se gli animali vivessero e morissero sereni, da parte nostra non ci sarebbe nulla di male a mangiarli. Sono buoni e sono fonte di proteine, essenziali per lo sviluppo armonico dell'organismo finché non sfocia in un colesterolo troppo alto. Ma il fatto è che anch'io combatto contro un sistema per fare solo profitto di allevamenti intensivi e con antibiotici per far sviluppare presto gli animali che fa male alla terra, agli animali e agli uomini. Per questo mi chiedo, insieme a CIWF, che fine hanno fatto i principi del New Green Deal e della strategia Farm to Fork? Nel quasi totale silenzio della stampa, solo pochi giorni fa il Parlamento UE ha votato la PAC (Politica Agricola Comune), che andrà nuovamente a finanziare gli allevamenti intensivi, notoriamente crudeli per gli animali, inSOStenibili per l'ambiente e dannosi per la salute umana. Il Covid 19 è un segnale evidente dell'urgenza di invertire la rotta e rivedere radicalmente il nostro rapporto con gli animali e la natura. Eppure le istituzioni europee hanno ceduto di nuovo alle pressioni della grande industria, sostenendo un modello produttivo per larga parte responsabile di questo disastro globale. CIWF, Compassion in Word Farm, insieme ad altre ONG nazionali e internazionali, ha già scritto una lettera alla Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen per chiedere che questa decisione  venga immediatamente respinta. Altre azioni verranno poi intraprese per responsabilizzare autorità e opinione pubblica.

martedì 24 novembre 2020

Guerre: metterci uno stop con il cibo

Con il cibo si scansano le guerre. Già negli anni Novanta un acuto osservatore della storia come M.T. Claire, aveva preconizzato la fine delle guerre mondiali e il sorgere di interminabili micro conflitti regionali, in un libro preveggentemente intitolato “Guerre senza fine”. Oggi ci siamo in pieno. A parte la guerra dei dazi doganali, che ha ridisegnato il ciclo del commercio delle merci e delle derrate alimentari, la scarsità delle risorse idriche in alcune regioni del mondo ha fatto sì che popoli ed etnie di una stessa terra si combattano tra di loro per avere accesso all’acqua, senza la quale nessuna pianta può crescere. Ma sarà proprio il cibo a salvarci.  Lo dice oggi, una quarantina di anni dopo, Angelo Riccaboni, presidente di Prima (Partnership on Research and Innovation in the Mediterranean Area) che parla della fondazione euro-med per la ricerca alimentare. E spiega: La temperatura del Mediterraneo sale il 20% più velocemente che altrove. L’agrifood accusa elevate emissioni. Va diffusa la Dieta Mediterranea. E le risorse idriche vanno gestite per evitare conflitti.”

venerdì 20 novembre 2020

Batteri e virus

In biologia, come (non) me l’hanno spiegata a scuola, la citogenetica è la scienza che collega lo studio della struttura visibile del cromosoma con la genetica. Il cromosoma è il corpo filamentoso del nucleo della cellula, che si può osservare al momento della divisione della cellula. I cromosomi portano i geni e con essi l’ereditarietà studiata da Mendel.

Agli inizi degli anni ’60 Barbara McClintock, nei suoi studi solitari sul mais (altri biologi li fanno sui moscerini della frutta e sulla Drosophila), non compresa e isolata, “insistette per anni che il gene era un puro frutto dell’immaginazione dei genetisti, che l’unità genetica era il cromosoma e che i caratteri genetici erano i riflessi dell’ordinamento in serie del cromosoma.”

Inoltre studiò i fenomeni della trasduzione (batteriofago che trasporta pezzi di materiale genetico da un cromosoma batterico ad un altro) e della traslocazione ( trasferimento di un segmento di cromosoma ad un altro, di solito non omologo).

Insignita poi del premio Nobel, agli inizi non fu capita e dovette lottare in un ambiente ostile. Ma le scoperte scientifiche fanno parte di una visione e la sua era l’interesse per la funzione e l’organizzazione. Le conseguenze dello sviluppo della trasposizione non hanno un ciclo nei batteri. Negli organismi superiori, sì.  

Questa complessità dell’organizzazione genetica da lei messa in luce, la trasposizione, non trovò agli inizi nessuno spazio. Ma successivamente la trasposizione divenne parte   integrante della teoria genetica e nel 1983 la McClintock ricevette il Premio Nobel.

Ogni scoperta scientifica inizia da una visione, che lo scienziato ha prima di vederne i risultati. Una visione mentale che parte dal conscio e dall’inconscio e che guida i passi successivi della scoperta. Open the mind and look.

Ora il batterio, su cui studiò Barbara McClintock, non è un virus. Il batterio è un microrganismo che si può trovare anche nel corpo umano, segnatamente nei suoi organi di comunicazione con l’esterno senza provocare danni, anzi la sua presenza è utile per alcune funzioni metaboliche e per le difese immunitarie. Questi insiemi di batteri sono chiamati commensali e il loro insieme è chiamato microbiota.

Altri tipi di batteri sono invece patogeni e possono danneggiare tessuti e organi. Ma le infezioni batteriche possono essere curate con gli antibiotici, esclusivamente prescritti dai medici.

Il virus, e precisamente questo virus pandemico con cui abbiamo a che fare oggi, è invece  un veleno, dal latino virus, appunto veleno, ed è un parassita obbligato che si trova in tutte le forme di vita, ma la sua origine (anche se in molti sospettano che sia di origine animale, causata cioè dagli allevamenti intensivi) non è chiara. Difatti abbiamo la pandemia e nessuno, ad oggi, sa come combatterla (per una sua descrizione  esaustiva, vedi wikipedia, consci però che questa fonte non va presa al posto dei consigli medici, che peraltro non ci sono ancora). Importante sarà la scoperta del vaccino e molti ci stanno già lavorando (Pfizer, Astrazeneca, Moderna, SputnikV, Biontech).

  

venerdì 13 novembre 2020

Chico Mendes Altromercato, il regalo sostenibile

Se dovessi scegliere una parola per questi tempi tormentati che stiamo vivendo, la parola sarebbe: scelta. Perché sono le scelte che qualificano la nostra vita e quella di chi ci è vicino, ma anche più lontano. Viviamo ormai in un mondo globalizzato, consumando il più possibile perché è questo che ci chiede il capitalismo, senza sapere più fare le scelte giuste, quelle che i filosofi di ogni tempo hanno chiamato etiche. Per questo il prossimo Natale, se ci sarà ancora un Natale in compagnia, sceglierò un regalo fair trade e invito anche i miei lettori a farlo. Altromercato propone 15 confezioni regalo già pronte, con prodotti da tutto il mondo, e massima personalizzazione delle stesse. Con la possibilità di creare confezioni con i prodotti di Calabria Solidale e con l’olio EVO (extravergine di oliva) BIO IGP (Indicazione geografica protetta) toscano Antico Frantoio del Parco. E con la possibilità di aggiungere uno o più prodotti della cooperativa Chico Mendes.


 Questi prodotti rispettano il lavoro di chi li produce, tutelano l’ambiente e la biodiversità, promuovono lo sviluppo locale, uniscono qualità e solidarietà, si presentano in confezioni regalo eleganti. Panettoni, torroni, praline, cioccolati, tè, caffè, infusi, biscotti, riso, cous cous, conserve e snack dolci e salati. Una proposta arricchita dai prodotti dall’economia sociale italiana che assicura qualità, eticità e trasparenza lungo tutta la filiera: cooperazione sociale, agricoltura biologica, filiera corta, produzioni libere dalle mafie e made in carcere, a marchio Libera Terra, Calabria Solidale, Solidale italiano. Prodotti classici natalizi: vini, spumanti Franciacorta bio, panettoni artigianali, torroni e torroncini, dolci tipici del nostro territorio. Senza trascurare un' ampia proposta di prodotti biologici, vegan e per intolleranze alimentari.

giovedì 12 novembre 2020

Come cambia la pausa pranzo

 Le limitazioni che hanno stravolto il rito della pausa pranzo al bar, ristorante o tavola calda, per 1 italiano su 2 in ufficio torna la gavetta, ovvero il pasto portato da casa. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto da Coldiretti su come sono cambiati i comportamenti negli uffici con la risalita dei contagi. Mentre tra le mura di casa, chi ci è rimasto chiuso dentro con i bambini, fatica a farli mangiare bene, limitando merendine, bevande gasate e tentando, spesso invano, di far loro preferire la verdura e la frutta.    

Stappiamo da casa!

Pensando già al Natale ma come trovarsi tra i vigneti a fare foliage watching e a versare nel calice tutte le sfumature di rosso. I grandi produttori di vino, come quelli toscani, non si arrendono al Covid e propongono per Natale grandi vini da gustare a casa o da regalare agli amici. 


Non solo boschi e faggete a novembre cambiano colore virando dal giallo ocra fino ad infiammarsi di una luce rosso-aranciata, diversamente dal foliage dei boschi quello dei vigneti è orizzontale e per molti versi ancora più d'effetto. Una visione puramente cromatica della natura, un'esplosione di emozioni. Un paesaggio in rosso, dai vigneti al bicchiere, quello che si vive attraverso le Tenute Carpineto tra la Val di Chiana, la Val d'Orcia, il Chianti Classico fino alla Maremma, vigneti dove la Toscana sembra narrarsi tra i filari e riassumersi in un calice.

La visione di un vigneto le cui foglie in questa stagione virano al rosso, anzi tante gamme di rosso, si riflette magicamente nei colori dei vini. Una sorta di paesaggio nel paesaggio, sintesi perfetta tra geografia e calice. Quando si dice il genius loci.

Gran parte della produzione Carpineto è data da vini delle più prestigiose DOCG della Toscana. Riserve di grande struttura ed estratto, vini estremamente longevi. Al palato la struttura è setosa, vini armoniosi, profondi. Una sensazione tattile di rotondità e morbidezza. Carezzevole e avvolgente come velluto. Questo dicono i sommelier, a voi la prova.

 

  

Orti botanici e giardini storici

Coltiva il tuo giardino e arriveranno le farfalle. Come aveva già scritto Voltaire nel Settecento nel suo Candide, il protagonista ingenuo, Candido, appunto, dopo una serie di terribili peripezie (quelle che si potevano immaginare ai tempi), alla fine decide di dedicarsi al verde. E il tema sarà ripreso in un film della Pantera Rosa, quando dopo avere combattuto invano contro un campione di karate, la Pantera Rosa si richiuderà in un orto botanico. Così nella nostra epoca postmoderna, dopo gli alveari sui tetti delle città, nasce, come scrive Avvenire, una sinergia tra la Rete degli Orti Botanici e la Rete dei Giardini Storici. Le due realtà per la prima volta lavoreranno insieme per valorizzare il patrimonio naturalistico lombardo. Il progetto prevede che, oltre alla gestione del verde, le due associazioni organizzino percorsi di aggiornamento tecnico e formazione sulla botanica per gli operatori e iniziative rivolte al grande pubblico.

martedì 10 novembre 2020

Ricette con gli asparagi

Asparago, una varietà di verdure dalle molteplici qualità organolettiche, quella diuretica principalmente. Ma solo il 40% delle famiglie italiane lo acquistano, con un consumo medio annuo di 2,3 kg. La produzione è molto concentrata sulla varietà verde la cui modifica del disciplinare di produzione riguarda l’aggiornamento della varietà e aspetti legati al confezionamento e alla presentazione del prodotto. Quello bianco è più pregiato e forse anche per questo meno presente sulle tavole degli italiani. Due le ricette classiche per gustarli al meglio. Intinti nel rosso d’uovo delle uova al tegamino oppure conditi con formaggio grattugiato e burro fuso e magari una spolverata di tartufo, visto che siamo in stagione. Ma si possono anche condire con maionese oppure olio di oliva extravergine. Altri modi sono cuocerli non troppo e arrotolarli nella pancetta ripassandoli in padella. Oppure utilizzarne solo le punte per un risotto, per il quale procedere con olio e cipolla, imbiondita la quale versare il riso (tanti pugni quanti i commensali più uno per la pentola) e sfumare con vino bianco. Aggiungere il brodo e a cottura quasi ultimata le punte di asparago. Terminare la cottura con formaggio grattugiato e burro.

venerdì 6 novembre 2020

Sogliola alla mugnaia

Esiste una semplice trucchetto per cucinare bene la sogliola alla mugnaia. Ed è lavarla, asciugarla e immergerla per qualche minuto nel latte. Asciugarla quindi un'altra volta, infarinarla, togliere la farina in eccesso e passarla nel burro, 2 minuti per lato. Salare e servire calda.

giovedì 5 novembre 2020

La lotta contro il gas serra si sposta a lotta contro la pandemia e per assicurare il cibo per tutti

Il legame tra cibo e cambiamento climatico è tornato, con il Covid, prepotentemente nell’agenda di chi si occupa di riscaldamento globale che, se non fermato con azioni drastiche, porterà un miliardo di persone a rimanere senza acqua e due miliardi a soffrire la fame, se non a morire per la pandemia, e la produzione di mais, riso e grano crollerebbe del 2% ogni 10 anni. Già ora, per via dello sfruttamento intensivo delle monoculture, prevalentemente votate alla produzione di mangime per animali, scompaiono interi campi di grano per la nutriente pasta, fatta eccezione per gli intolleranti al glutine. Il consumo settimanale di prodotti non sostenibili comporta una produzione di gas serra pari a 37 kgCO2eq, mentre con una dieta sana siamo a 14 kg CO2eq. Uno studio condotto da Slow Food con Indaco2 dell’Università di Siena ha analizzato l’impatto di singoli alimenti, dalle mele al latte, dalla carne al formaggio. Prendendo ad esempio le uova, si calcola che il risparmio realizzato da un allevamento all’aperto che rispetta ambiente e animali, rispetto a uno industriale, corrisponde al risparmio delle emissioni di un auto che percorre 30.200 km. “La produzione di cibo, - dicono a Slow Food, il cui slogan è cibo buono pulito e giusto - è responsabile di un quinto dei gas serra, mentre la produzione di mangimi occupa il 40% della produzione agricola mondiale. Da sempre sosteniamo e condividiamo i tre pilastri della Fao per il progetto #FameZero: contrastare lo spreco di cibo che ogni anno raggiunge 1,3 milioni di tonnellate nel mondo; favorire un approccio integrato in agricoltura: l’agroecologia che si basa sul rispetto delle biodiversità e sull’interazione tra colture, allevamento e suolo. Terzo elemento, alla base dell’attività di Slow Food: seguire una dieta sana e sostenibile.” Proprio a questo proposito Slow Food ha condotto una ricerca con Indaco2 (spin off dell’Università di Siena) analizzando l’impatto di una dieta sana e sostenibile con una che non lo è. Il risultato è che quest’ultima genera quasi il triplo dei gas serra.  “Un anno di buone abitudini – conclude Carlin Petrini, portavoce di Slow Food – ci farebbe risparmiare CO2 pari alle emissioni di un auto che percorre 3.300 km”. Chi nel Sud del Mondo, vive allevando capre, pecore e cammelli, è stato colpito, causa il cambiamento climatico, da siccità e inondazioni e trovare l’acqua per gli animali è la più grande sfida che deve affrontare. Soprattutto adesso che spostarsi con la pandemia, originatasi proprio in quei luoghi, è più difficile che mai. Ma se nel Terzo Mondo c’è chi fatica a vivere decentemente, chi ha fatto fortuna negli Usa emigrando dall’Italia ai primi del secolo, come Lidia Bastianich, la cuoca adesso di fama internazionale, oggi pensa a come preparare cibo per i bambini meno fortunati. “Ho studiato e ho visto che gli ingredienti esistono – ha detto -. Preparerò una minestra per tutti loro.”

martedì 3 novembre 2020

Baccalà mantecato

Questa è una ricetta utile per l'antipasto della cena di Natale e Capodanno. Vi occorrerà un baccalà che non è il merluzzo (fatevelo spiegare dal pescivendolo di fiducia) da mettere a bagno per tre giorni. Cuocetelo poi nel latte e a cottura ultimata toglietevi tutte le spine (questa è la parte più difficile). Infine sminuzzatelo nel mixer con una dose di burro. Il risultato dovrà essere una crema morbida da spalmare sui crostini. 

Omelettes alla ricotta

Questa è una ricetta semplice molto gradita ai bambini, ma anche ai più grandi. Lavorate in una terrina due tuorli d'uova con lo zucchero. Incorporatevi 150 g di farina e mezzo bicchiere di latte fino ad ottenere una crema liscia. Montate gli albumi a neve e aggiungeteli all'impasto. Lavorate bene e poi cuocete in una padella bassa con una piccola noce di burro tante frittatine, due minuti per lato ognuna, quante ne verranno. A parte lavorate la ricotta con lo zucchero e aggiungetevi l'uva passa rinvenuta. Riempite le frittatine del composto di ricotta e chiudetele su se stesse. Spolverate di zucchero e servite calde.   

venerdì 30 ottobre 2020

Cucinare meno per cucinare di più

Di consigli per non buttare gli avanzi e riciclare persino le bucce, ne è pieno il mondo.  Ma non tutti sanno che agli inizi del secolo scorso l'autrice della Cucina triestina, un vero pozzo di scienza per chi in casa è addetto a questo compito, consigliava un metodo tanto pratico quanto intelligente per non sprecare. E si tratta di questo. Ogni giorno mettete via un po' del cibo da portare in tavola. Per esempio, se dovete cucinare 150 g di pasta, usatene solo 100 e il resto mettetelo da parte. Se volete preparare polpette con 500 g di carne trita, tenetene da parte 50 o 60 g. E così via con quel che la vostra fantasia e abilità gastronomica vi suggerisce. Tutto tenendovi un po' indietro con le dosi. In questo modo, il settimo giorno della settimana avrete un pranzo, e magari anche una cena, già pronti. 

Il mercato asiatico per la nostra frutta

 Gli operatori sono del settore ortofrutticolo sono pronti, ma chiedono si arrivi quanto prima alla definizione istituzionale dei protocolli di negoziazione, alcuni già in fase avanzata, come i dossier per l’accesso delle mele in Thailandia, Vietnam e Taiwan, delle pere in Cina e del Kiwi in Vietnam. Ad Hong Kong, il Console Clemente Contestabile è stato ospitato negli stand di Assomela, Fruitimprese e CSO ITALY. Gli esportatori italiani sostengono che i nostri prodotti non sono solo apprezzati, ma già concretamente richiesti dagli importatori dell’area sud est asiatica. Ma la mancanza di accordi bilaterali pesa soprattutto per la melicoltura che sta investendo in innovazione per venire incontro con nuove varietà ai consumatori asiatici. Per altri prodotti, come pere, kiwi, agrumi ed uva da tavola, il mondo privato degli operatori si è già strutturato sia per individuare le priorità dei mercati, collaborando con il mondo cooperativo, sia per affrontare con massa critica le sfide di queste nuove destinazioni.

giovedì 29 ottobre 2020

Banqueting e catering in difficoltà

 L’ANBC (Associazione Nazionale Banqueting & Catering: 2.000 imprese per 100mila addetti e 2 mld e 200 mln di fatturato stimato) accoglie con soddisfazione quanto emerso dal tavolo di lavoro con i ministri del lavoro e quello del turismo,  e cioè il prolungamento degli ammortizzatori sociali per ulteriori 18 settimane, misure alternative di decontribuzione per chi richiama o ha già richiamato in servizio i propri lavoratori sospesi con riferimento anche ai lavoratori a tempo determinato e stagionali, la necessità di modificare le previsioni del decreto “Rilancio” sulla proroga “forzosa” dei contratti a termine riducendone gli oneri contributivi a carico delle imprese e la reintroduzione dell’istituto dei voucher. “Si tratta di misure di sostegno fondamentali che incontrano le necessità di un comparto importante come il nostro, ha spiegato il presidente di ANBC Paolo Capurro - Ora aspettiamo un riscontro pratico a breve termine per poter aiutare i nostri imprenditori ad avere una boccata d’ossigeno in questa situazione che, purtroppo, continua ad essere drammatica”.