La Confederazione italiana
agricoltori (Cia) ha pubblicato un rapporto del Censis redatto in
collaborazione con Conad, secondo cui nelle esperienze di acquisto gli italiani
sono sempre più sospettosi verso esperti e portatori di competenze, e si fidano
solo di sé stessi. Cala comunque la fiducia nel potere d’acquisto e la spesa,
anche per i beni di largo e generale consumo calerà. “Miti dei consumi, consumo
dei miti”, rappresenta una radiografia di ciò che pensano gli italiani quando
vanno a spendere. “Il nuovo mito sono io”, e dunque: “compro ciò che mi fa
stare bene, che mi gratifica e che parla di me”. Il nuovo immaginario collettivo degli italiani è: redditi stagnanti ma comprare
e magari anche spendere di più per ciò che ci fa stare bene e rende il mondo
migliore. La crisi non basta da sola a spiegare l'arresto dei consumi.
Ecco perché crescono i prodotti come i «free from», ad esempio quelli senza
lattosio, i prodotti con farine benessere a base di cereali superfood, gli
integratori. Poi ancora i prodotti biologici (+8%) nello stesso periodo, di cui
le bevande +23,8% e l'ortofrutta +17,2%) che, oltre a fare stare bene il
consumatore, gli consentono di dire la sua sul mondo e lo gratificano nella
convinzione che contribuisce a cambiarlo. E si registra il boom dei prodotti
certificati: i vini Doc e Docg italiani biologici (+27,8% nello stesso periodo)
e i vini Igp e Igt italiani biologici (+26,1%), ovvero prodotti iconici della
fusione delle logiche «io mi voglio bene» e dell'italianità. Se il consumatore
attribuisce un alto valore soggettivo al prodotto, perché risponde a sue specifiche
esigenze e valori, allora mette mano alla tasca e la spesa aumenta. La logica
«compro di più di tutto» è tramontata, vince una rigorosa selezione dei
prodotti, su cui eventualmente spendere anche di più. Il rischio è che questa
forma chiamata “egopower” renderebbe il consumatore diffidente persino verso esperti
e competenza, mostrando il fianco alle fake news.
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