venerdì 17 luglio 2015

La terra tra riposo e deforestazione

La terra avrebbe bisogno di riposo, ma le monocolture intensive non glielo permettono. E' uno dei temi di Expo, dibattuto soprattutto da Slow Food che ha deciso di coltivare degli orti in Africa. E in origine il progetto di Expo, dell'architetto Stefano Boeri, fratello di Tito, ora all' INPS, e all'epoca in corsa per la poltrona di sindaco, era proprio quello di realizzare sull'area di Expo, al tempo un immenso terreno incolto, una grande serie di orti urbani. Poi si sa come vanno a finire certe cose e ha prevalso "il mattone" ossia l'asfaltatura dell'area per fare posto ai grandi padiglioni. Con la conclusione che l'amministratore delegato dell'Expo Sala non sa dire nemmeno quanto sia costato alla comunità.
Una volta e si parla dell'epoca tra le due guerre i contadini mettevano a riposo la terra per un anno. L'anno seguente la coltivavano concimandola con il letame. Letame che andava sparso anche sull'erba per farla venire su bella e darla in pasto agli animali. Le colture erano variate e c'era sempre il posto per l'orto e le galline.
Poi nel Secondo Dopoguerra con la ricostruzione e il boom economico è arrivata l'epoca delle fabbriche e la terra, l'agricoltura si è dovuta adeguare. Sarebbe semplicistico affermare di voler tornare indietro, cosa naturalmente impossibile, ma per esempio certi prodotti coltivati per uso industriale come l'olio di palma, che tra l'altro è un grasso fortemente saturo, costituiscono una minaccia ambientale danneggiando il sud est asiatico con l'abbattimento delle foreste tropicali, impatto sula biodiversità animale e vegetale, aumento dei consumi d'acqua, fertilizzanti e pesticidi. Ma l'olio di palma che adesso è sul tavolo deli imputati perché farebbe male alla salute non è il solo prodotto che "consuma". Una piantagione di girasoli per esempio consuma sette volte di più di acqua.  E dunque , per un consumo responsabile, sarebbe necessario leggere le etichette, che dal dicembre 2014 sono diventate più leggibili e trasparenti. I prodotti alimentari oggi sono comodi e a lunga conservabilità, e a far male è sempre l' abuso, il consumo sregolato e abituale, la scelta di cibi di bassa qualità. Ma veniamo fuori da sette anni di crisi e le alternative, almeno per ora, non sono molto praticabili, se non almeno in estate, per la frutta e la verdura fresca acquistata al mercato dove di solito costa meno ed è "di giornata". 

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