martedì 1 aprile 2025

Bere analcolico, un marketing aggressivo

Ah, il marketing, gioia e dolore di un'intera, anzi due, generazione di studenti e studendati sempre che ce ne siano di studentati con i prezzi degli affitti che corrono di questi tempi.Il mercato di succhi di frutta e nettari, per esempio, poggia le sue basi su un ampliamento della categoria a tipologie merceologiche similari. Perché le bevande a base frutta, addizionate di fibre, latte e anche estratti vegetali e integratori, appartengono ormai all’area dell’alimentazione salutistica e comunque al più largo ambito del bere analcolico, da poco proposto anche nei ristoranti. Dove si possono consumare anche salutari centrifughe. Occupandosi di bevande a base di frutta, meglio sarebbe parlare di mercato del bere analcolico, perché è un segmento del beverage fortemente condizionato dall’innovazione che ha portato sugli scaffali dei supermercati e dietro il bancone del bar una vasta gamma di bibite diverse: dai più tradizionali succhi alle spremute, dai frullati agli “smoothies”(frutta con latte), dai nettari alle bevande frutta funzionali, dai concentrati ad altre bevande a base succo. Il mercato è ormai maturo, ma io l’ho scoperto solo quando per una terribile emicrania di cui soffro, ho capito di potere bere a mezzogiorno, al posto del tradizionale pasto solo uno di questi succhi, senza che la testa ne risenta. Meglio di tutto un succo di arancia gialla o rossa. E già che ci siamo dirò, senza tema di vedermi crollare addosso un intero segmento del marketing odierno, quello appunto dei succhi di frutta, che meglio ancora è una spremuta di succo di arancia naturale.

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