venerdì 26 febbraio 2021

Poche birre e molti croissant. E il mito del virus secondo Baricco

Con la pandemia crolla il mercato della birra, il cui fatturato, nei pub e, a monte, nelle aziende birrarie, è calato nel 2020 di circa il 12%. Chiaro, con le restrizioni imposte dal governo causa Covid 19 alle uscite serali non ci sono più i ragazzi che escono la sera per farsi una birretta. Lo possono fare a mezzogiorno, direte voi, ma non è la stessa cosa. Intanto i bar vengono presi d'assalto dai vecchietti all'ora della prima colazione: sembra proprio che fare a meno di cappuccino e brioche non sia possibile. Neanche in nome di meno contagi, meno tamponi, meno positivi e finalmente una boccata d'ossigeno per le corsie degli ospedali impegnati nella lotta al virus. Il virus, si legge "In quel che stavamo aspettando", un libricino uscito adesso di Alessandro Baricco, è una creazione mitologica, come sapeva bene l'intellighenzia omerica: con una lotta, mettiamo: la guerra di Troia, si crea un mito e con un'altra lotta, il ritorno a casa di Ulisse, lo si distrugge. In tutto questo, vietatissimo superare le colonne d'Ercole, come fece una volta sola in vita sua per una crociera l'astronoma Margherita Hack, toscana di nascita ma triestina d'adozione. Una Trieste culla di culture, dove impiantò un Osservatorio astronomico rinomato ancora oggi in tutto il mondo e dove operò anche il fisico Carlo Rubbia. Anche l'amore, conclude Baricco nell'ultimo dei 33 frammenti sulle creazioni mitologiche, è una  creatura mitica, e chi ha molto amato, passato il virus, saprà.  

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