lunedì 1 febbraio 2021

Dai pani tradizionali alle foglie d'autunno che diventano carta

Con farine, lievito di birra e cereali, per chi non è intollerante al glutine, si sfornano in Italia molto più di 20 pani (quante sono le sue Regioni). Una diversità, Comune per Comune, riscoperta in questo periodo di chiusure da chi è rimasto in casa senza poter avere contatti con il resto della comunità. E’ pur vero che ci sono i volontari della Croce Rossa che recapitano localmente cestini con quanto serve per rimanere un’altra settimana a casa, ma i balletti delle zone bianche, gialle e rosse non aiutano. E’ così che i cittadini lontani da ogni rione popolato o popoloso, hanno riscoperto le loro tradizioni di un tempo, sfornando pani di ogni genere, dalla michetta milanese, per dirne una, al pane di Altamura pugliese, passando per la carta da musica sarda, una sfoglia molto sottile, e tanti altri. Intanto la riscoperta di vecchie tradizioni va di pari passo con l’agricoltura (di cui l’Istat annuncia in questi giorni il censimento) 4.0, un’agricoltura giovane, biotech in cui anche le foglie che si ammassano sui terreni in autunno vengono raccolte e riciclate per farne una carta tanto sottile quanto resistente. 

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