domenica 3 gennaio 2021

La calza della Befana

L’anno scorso scrivevo: cosa ci porterà la Befana? Secondo me un bel sacco di carbone per come ci stiamo comportando nei confronti del pianeta su cui viviamo e che fra poco, secondo alcuni catastrofisti, esaurirà le sue risorse. Dobbiamo davvero crederci? Il carbone serviva nell’Ottocento per far andare avanti la prima rivoluzione industriale (utile rileggere Karl Marx). Nel Novecento l’energia proveniva dal petrolio, l’oro nero come è stato chiamato per la sua preziosità e scarsità. Adesso siamo nell’epoca del recupero dell’agricoltura (primariamente transgenica - e pertanto secondo alcuni nociva - poiché sarebbe più produttiva) come modo per nutrirci e contemporaneamente tutelare l’ambiente. Non solo della ricca Europa, la cui riunione tra Ovest ed Est nell’89 è  pesantemente gravata sulla Germania, ma anche e soprattutto dei Paesi del Sud del mondo i cui figli muoiono di fame e di stenti. Dare loro da mangiare sarebbe il minimo da parte dei Paesi ricchi, dove però si è infiltrato il malaffare con tutte le conseguenze del  caso (Sciascia insegna). Queste parole a ben vedere furono profetiche. La Befana ci portò la pandemia, la Covid19. Adesso non c’è che da sperare che nella calza ci siano i vaccini, sperimentati e sicuri, ma per tutti, veramente per tutti.

Nessun commento:

Posta un commento