venerdì 15 gennaio 2021

Arpanet: la madre di tutte le tecnologie avanzate

 Apro l'anno con una considerazione che esula dai miei soliti temi di cucina e agroalimentare. Proponendovi una riflessione sui moderni strumenti telematici che abbiamo ormai tutti a disposizione.

Tutti abbiamo uno smartphone, ma forse non tutti sanno che, e li invito a leggere online, le origini di internet sono molto lontane e risalgono agli anni Sessanta, quando negli Usa venne inventata Arpanet, una rete di scambio dati nata per scopi militari. Arpanet è la progenitrice di tutti i computer  di oggi, e non era così neutra (ma non lo sono, ad un altro livello, quello psicologico, nemmeno i moderni device).

Arpanet (Advanced Research Agency NETwork), è la rete di computer studiata nel 1969 dal Dipartimento della difesa degli Stati Uniti responsabile delle alte tecnologie ad uso militare. L’esercito americano ne fece, in epoca di guerra fredda, uno strumento di spionaggio e lotta contro le  potenze comuniste. Una rete che connetteva tutti i computer, e che, aperta poi anche agli studenti universitari, diventò Internet, e dal 2000, con i social, il mezzo più diretto di comunicazione civile.

Negli anni Ottanta, Larry Page e Serge Brin, due brillanti nerd (i nostri secchioni, nda) si chiusero in un garage di San Francisco dando vita all’epopea della Silicon Valley, la valle del silicio (preziosa componente della memoria dei computer, nda), nel sud della California. Che ospita da allora numerose start up internazionali specializzate in tecnologia, di cui le più importanti sono Apple, Facebook e Google. E da un po’ di tempo anche Amazon, soprattutto oggi che acquistare online è divenuto quasi un obbligo in epoca di  pandemia, per evitare i mercati e supermercati affollati portatori di contagio.

I social, che non sono né buoni (aiutare gli anziani e i disabili a stare meno soli), né cattivi (intercettare i nostri bisogni, desideri e abitudini di acquisto per fare business) derivano  da un’applicazione logaritmica più complessa di quello che era una volta il solo Internet (messaggistica scritta, ovvero le e mail, e motori di ricerca per raggiungere siti, portali e il vasto ma non sempre veritiero mondo di Wikipedia, la prima enciclopedia solo online e gratuita, che oggi compie vent’anni).

Anche se è d’ obbligo riflettere sulle conseguenze dello smaltimento dei device meno avanzati rispetto a quelli nuovi, che finiscono in discariche inquinanti a cielo aperto, e sull’utilizzo, per farli funzionare, del litio che viene scavato a mani nude dai bambini nel Sudafrica. E sulla mole di dati che ogni persona lascia sulla rete non sempre usati a fini nobili (Zuckeberg ha detto i questi giorni di aver modificato alcune condizioni d’uso di Whatsapp e Facebook, proprio sotto la pressione di coloro i quali si oppongono al suo ottenimento dei nostri dati personali). Insomma, il rovescio della medaglia non è poi tanto leggero, se si pensa soprattutto anche che oggi i nostri dati non sono solo in mano a quello che fu un mezzo della democratica America per contrastare i suoi nemici.

Adesso sono questi ultimi ad aver raggiunto un livello di sofisticazione tale da poter usare la rete per scatenare pandemie come quella cinese di Whuan. Ma la parola crisi porta con sé il suo significato contrario, e come Arpanet divenne Internet, la sofisticazione della ricerca ci sta portando i vaccini che contrastano il Covid 19.

 

 

 

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