lunedì 4 luglio 2022

Inflazione all'8,6%: non succedeva dal 1986

L’inflazione all’8,6%, un rincaro uguale solo quello del 1986, ha già cambiato il carrello della spesa degli italiani. Nelle borse più prodotti discount (che non è l’insegna di un supermercato ma una filosofia del distributore che punta a dare il massimo con il minimo di prezzo) e più private label (marche private). La crisi colpisce farina, olio di semi, pollo, riso ( quest'ultimo per la siccità), pasta, pane, olio di semi, frutta, verdura (ma qui ci si può difendere rivolgendosi ai mercati rionali), gelati, succhi di frutta, acqua minerale per un totale di +680 euro l’anno a famiglia. Cui si va ad aggiungere un +700 per trascorrere le vacanze, anche se non si sa più dove farle, visto che i ghiacciai crollano rovinosamente in pianura e le acque si alzano facendo sparire corsi d’acqua dolce dove prima si erano erette delle dighe. I prodotti del supermercato sono più economici del 20-30% scrive il Corriere della Sera dell’Economia di oggi 4 luglio corrente mese: in primis caffè, biscotti, sughi pronti e detergenti. Oltre a questi rincari, che sconsigliano vivamente di buttare nel cestino dell’immondizia prodotti ancora in buono stato ci sono i cari bollette, luce e soprattutto gas. Che le sanzioni comminate dall’Unione Europea alla Russia durante la guerra contro l’Ucraina, che si sta svolgendo sotto i nostri occhi poco attenti proprio adesso, hanno fatto schizzare alle stelle. Per farvi fronte, vi sono piccoli accorgimenti quali fare il bucato nelle ore notturne a pieno carico e con un programma eco; cuocere più verdure tutte insieme nell’acqua bollente in modo da non doverlo rifare una seconda volta (e riservandosi semmai di ripassare in fretta le verdure già cotte in padella). Fare la doccia interrompendo il flusso di acqua quando ci si insapona e attivandolo solo per risciacquarsi. Insomma, sembrano misure di guerra, ma ci siamo, in guerra, tanto vale stare dalla parte giusta. Più incisivamente, per ridurre il consumo di gas, c’è da fare il “cappotto” alle pareti il cui costo con il superecobonus viene ceduto come credito d’imposta del 110% alle banche (ma costerà comunque qualcosa in più) e installare sul tetto i pannelli solari, con i quali si produce energia per sé ma anche per eventualmente rivendere a vicini che ne siano sprovvisti.

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