lunedì 16 gennaio 2012

In ricordo di Franco Della Peruta

Ho appreso ieri dai giornali la notizia della morte, a 87 anni, del mio professore di Storia del Risorgimento, con il quale ho scritto la tesi sul movimento operaio dei primi del Novecento, Franco Della Peruta. Come hanno ricordato i giornali, era uno dei maggiori storici italiani, che fu direttore o condirettore di importanti riviste come "Movimento operaio", "Studi storici", "Storia in Lombardia". E che nel dibattito sul carattere popolare o elitario del Risorgimento sostenne la prima tesi: il Risorgimento come movimento di massa, ma di masse urbane (vedi le Cinque Giornate di Milano), in un'Italia in cui la maggioranza della popolazione abitava nelle campagne. A me ha insegnato la passione per la storia, non come accumulo di nozioni, ma come chiave per interpretare i fatti, ancor più di scienze umane considerate più "scientifiche" come la sociologia. Da lui ho imparato che è nel contesto storico che si trovano le spiegazioni. Un contesto storico che in quel bellissimo periodo dell'Università Statale di Milano - quando vi insegnavano tra gli altri Enrico Decleva (storia contemporanea), Marino Berengo (storico dell'età moderna), Lucio Gambi (geografo umano), Ludovico Geymonat (filosofo della scienza), Mario Dal Prà (storico della filosofia), Cesare Musatti (il padre della psicanalisi in Italia), per un periodo Carlo Salinari (storico della letteratura) -  mi insegnò a inquadrare, da buon marxista e mazziniano (di questi tempi in pratica un marziano ;-) ), anche secondo le categorie dell'economia (e difatti durante il mio corso di laurea i suoi assistenti Duccio Bigazzi e Roberto Romano organizzarono un seminario di storia del capitalismo e dell'industrializzazione in Italia in collaborazione con l'Università Bocconi). 
Ma la sua morte mi è dispiaciuta soprattutto per la sua grande carica umana e simpatia. So di non essere originale, ma di lui consiglio di leggere "I democratici e la rivoluzione italiana", Feltrinelli e ora Franco Angeli. I giovani, ma non solo, avrebbero molto da imparare.

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