venerdì 18 febbraio 2011

A tutto bio

Ancora una volta, come risulta anche dall’ultimo Rapporto Bio Bank, appena uscito insieme all’Annuario Tutto Bio, si conferma la buona salute del comparto dei prodotti biologici, che oggi in piena crisi occupazionale, è un sintomo del paradosso in cui si dibatte il mercato capitalistico. Da una parte la contrazione di redditi e consumi della classe media e l’aumento dei poveri, dall’altra acquisti d’élite in crescita.
Comprare biologico per molti rappresenta adottare uno stile di vita sana, per altri mangiare meglio, con la sicurezza di acquistare italiano (l’Italia è leader in Europa per produzione agricola bio). Ma questi vantaggi sono riservati solo ai pochi che possono spendere di più di quello che spenderebbero per un analogo prodotto convenzionale.
Inutile però attaccare i produttori di biologico, come se lavorare la terra senza pesticidi e concimi chimici, e lasciandola riposare ad adeguati intervalli, il che tra l’altro la rende più fertile e giova all’ambiente in generale, fosse di per sé un metodo più dispendioso i cui costi si riversano sui prezzi al dettaglio. Questo è vero in un contesto che dovrebbe mutare nella direzione di maggiori estensioni coltivate a biologico e meno con i metodi tradizionali per ribaltare la situazione. L’impressione è, che se non lo si fa, non sia esattamente nell’interesse del consumatore.

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