sabato 22 gennaio 2011

Quando “la terra fa gola ai potentati edilizi”, come fare a dire stop al consumo di territorio

Secondo gli ultimi dati Fao (www.fao.org), 25 gli ettari di verde perduti nel mondo ogni minuto. E questo sarebbe l’effetto serra. In più, in Italia abbiamo l’aggravante della cementificazione, che ha già consumato dal 1985 al 2005 più di 3 milioni di ettari (di cui 1,8 sottratti all’agricoltura secondo dati Agriturist, gli agriturismi di Confagricoltura) di un territorio che, oltre ad offrire alcuni tra i paesaggi naturali più belli al mondo, è anche naturalmente destinato alla coltivazione di prodotti agricoli tra i più pregiati, come vino, olio, agrumi, frutta e ortaggi (la nostra produzione ortofrutticola è prima in Europa e sesta a livello mondiale, dato Macfrut), anche e soprattutto biologici. Carlo Petrini, su Repubblica del 18 gennaio, ha firmato un appello contro lo scempio del paesaggio, prima che sia troppo tardi, anche se ormai, “in 15 anni sono stati edificati tre milioni di ettari di territorio, l'equivalente di Lazio e Abruzzo messi insieme.
Con il piano casa, dice ancora Petrini, il processo ha avuto un'accelerazione. E con il Pgt di Milano, piano di governo del territorio, che il Consiglio comunale vuole approvare tassativamente entro il 14 febbraio, ne subirà ancora un’altra per quanto riguarda il capoluogo lombardo, e in particolare per il suo Parco Sud, una zona agricola su cui gli edificatori chiedono di mettere le mani. Cosa che l’attuale giunta milanese, guidata dal sindaco Letizia Moratti (Pdl) sembra disposta lasciargli fare, visto che si va verso l’approvazione di un’area edificabile, sull’intero territorio milanese, di altri 3 milioni e 800.000 mq, ignorando le circa 4.000 osservazioni dei cittadini sul Pgt, e prendendo in considerazione solo quelle dei costruttori (vedi il podcast del servizio di Fabio Fimiani nella trasmissione in onda venerdì 21 gennaio alle ore 9.45 su www.radiopopolare.it).
L’articolo di Petrini, leggibile per intero su:
comincia così: “Visto che in tv i plastici per raccontare i crimini più efferati sembrano diventati irrinunciabili, vorrei allora proporne uno di sicuro interesse: una riproduzione in scala dell'Italia, un'enorme scena del delitto. Le armi sono il cemento di capannoni, centri commerciali, speculazioni edilizie e molti impianti per produrre energia, rinnovabile e non; i moventi sono la stupidità e l'avidità; gli assassini tutti quelli che hanno responsabilità nel dire di sì; i complici coloro che non dicono di no; le vittime infine gli abitanti del nostro Paese, soprattutto quelli di domani.” Frase che sottoscriviamo in pieno. In particolare, per il poco che possiamo fare, non vogliamo essere complici.
“La terra – continua il fondatore di Slow Food - fa gola ai potentati edilizi, /…/ e adesso anche a chi specula sugli impianti per le energie rinnovabili: dal 1990 al 2005 si sono superati i due milioni di ettari di terreni agricoli morti o coperti di cemento.” E Petrini fa bene a denunciare. Ma l’unica lista politica che ha messo in cima alle sue priorità proprio lo stop alla cementificazione è il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, e spiace che un acuto polemista, oltre che sincero e imparziale democratico, come Michele Serra, in una sua recente “Amaca”, la sua rubrica fissa su Repubblica, dedicata all’argomento, abbia scritto che nessun leader in Italia ne fa un programma da sottoporre all’attenzione degli elettori.
Elettori che per dire no, responsabilità che in un paese civile dovrebbe spettare a tutti noi cittadini, potrebbero prendere esempio dagli abitanti di Cassinetta di Lugagnano (Mi). Questi ultimi hanno aderito con entusiasmo all’invito del loro sindaco di pagare un po’ di tasse in più per coprire ciò che egli, Domenico Finiguerra (Pd, www.domenicofiniguerra.it), cofondatore del movimento Stop al consumo di territorio, ha rinunciato a incassare dagli oneri di urbanizzazione, mettendo fine alla possibilità di costruire. Basta nuovi immobili, che tra l’altro quasi sempre ormai, come accade a Milano, restano invenduti: si ristrutturano le vecchie case sfitte in centro, dando oltretutto la possibilità alla popolazione di tornare a vivere nelle parti più belle di un abitato, che sono appunto i centri storici.
Finiguerra illustrerà il suo interessante progetto, ormai messo in atto da più anni, e accolto con piena soddisfazione dai suoi concittadini, durante la serata: “L’ acqua in bottiglia… e Stop al consumo di territorio” organizzata venerdì 28 gennaio alle 21 ad Arese (Mi), all’ Auditorium Aldo Moro, in viale Varzi, da InFormazione InMovimento 
http://www.meetup.com/MeetupInFormazione-InMovimento-aLegnano-eArese/members/6472762/?memberId=6472762&op=)
di Legnano e Arese, con la collaborazione di Gruppo Anticasta (www.gruppoanticasta.org), Comitato de La Conquista del Buonsenso di Legnano, Meetup Donne in MoVimento, Meetup Angeli, Diavoli e Grilli in Azione su Milano e Associazione Le Nuove Giornate di Milano.
L’incontro, a ingresso libero, offerto come uno spettacolo, vedrà esibirsi anche il cantautore Luca Bassanese (www.lucabassanese.com), con brani tratti dal suo nuovo libro, “Racconti di un visionario” e dal suo nuovo cd, “Il futuro del mondo”, voce, recitato, chitarra, effetti sonori, stelle cadenti, bolle di sapone, coriandoli magici…
 


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