giovedì 21 agosto 2025

Latte, dalle stalle alle stelle

A parte le mozzarelle contaminate trovate in alcuni supermercati, ma la fonte non dice quali, quest'anno è stata una stagione d'oro per il latte. Lo rende noto Agronotizie, la newsletter sull'agricoltura del Sole 24Ore. Sottolineando che si sono venduti tantissimi formaggi. Il che ha fatto aumentare gli incassi del latte. Come che sia per me non è una buona notizia perché mi sono ritrovata intollerante al latte perciò non mangio più formaggi che una volta mi piacevano molto, specialmente la ricotta con zucchero e uvetta passa. Intollerante però non è allergica. L'allergia comporta infatti seri problemi di salute. Mentre l'intolleranza ne riduce il piacere di mangiarli.

mercoledì 20 agosto 2025

Il polpo ha tre cuori

CIWF ringrazia tutti coloro che credono che gli allevamenti intensivi vadano fermati anziché incentivati. Otto, il polpo che ha tre cuori e che si vuole rinchiudere in gabbia e milioni di animali come lui hanno già ricevuto segnali di speranza. Gennaio 2023: abbiamo contributo a chiudere un allevamento illegale di polpi nelle Hawaii Marzo 2024: abbiamo ottenuto il divieto di allevare i polpi nello stato USA di Washington Settembre 2024: l’allevamento di polpi è stato vietato anche nello stato USA della California Questo dimostra che fermare l'allevamento intensivo è possibile! Ma per farlo abbiamo bisogno del sostegno di tutti coloro che credono nel bisogno di libertà degli animali rinchiusi in gabbia. Firmate il 5 per mille per CIWF.

martedì 8 luglio 2025

Giovani e Covid

C'è chi dice, e si stanno sprecando fiumi di inchiostro, che con la pandemia i giovani hanno inziato a rinchiundersi in se stessi. A me pare solo un grande spot pubblicitario per il Festival di SanRemo che con il mercato dei fiori apre le danze e con il vincitore di SanRemo giovani le chiude. La mia sarà una conclusione affrettata ma abbastanza aderente alla realtà.

mercoledì 18 giugno 2025

Le guerre del grano

Circumnavigare l’Africa causa la chiusura dello Stretto di Hormuz per via delle due guerre in corso è una pesante ipoteca sulla struttura dell’ economia. Per stare solo in casa nostra graverà sui costi agricoli ed energetici delle piccole imprese di cui siamo intessuti. Quanto costeranno i dazi voluti da Trump sulla nostra agricoltura? Parecchio, se si considera che gli Stati Uniti hanno già stretto alleanza con la Cina in funzione anti Russia. Quest’ultima è ben più grande dell’ormai timida Europa Occidentale. E potrebbe intervenire contro di lei nelle due guerre che dominano lo scacchiere internazionale. Turchia e Israele e quella contro l’Ucraina. Tornando all’agricoltura, per il biologico le nostre terre eccellono a livello mondiale, seconde solo forse alla Francia (e non per niente Macron non è d ‘accordo con il nostro governo). L’ economia globale, con l’apertura di tutti i mercati che si affacciano sul mare, aveva aperto sbocchi importanti per le nostre esportazioni. Arrivando a raggiungere i cosiddetti Brics (Brasile, India, Cina, Sudamerica). Ma con la chiusura dello Stretto di Hormuz si è costretti a circumnavigare l’Africa per uscire dal Mediterraneo. Con l’aumento dei costi di produzione e spedizione che i nostri piccoli imprenditori hanno fatto presto a calcolare. Come e dove venderemo ora i nostri surplus di ottimo cibo come i formaggi, i salumi, il vino e l’olio? Tra l’altro etichettati con le diciture che li fanno provenire da areali certificati? Dove finiranno tutte le carte che una burocrazia come quella dell’ Unione Europea ci ha costretto a firmare per avere le produzioni conformi ai disciplinari di ciascun elemento della nostra già complicata filiera agricola? Pare che Trump e Meloni si siano accordati sul 10%, che non è più il 45% paventato da Musk, dei dazi su acciaio a automotive. Certo è già molto. Ma già prima delle guerre il carrello della spesa era aumentato del +2,6%. Un’enormità per le famiglie taglieggiate dall’aumento delle tasse (gli scaglioni Irpef sono tre e non quattro come prima ed è facile capire come questo sia l’esatto contrario del taglio del cuneo fiscale). E gravate dall’aumento del costo dell’energia nelle bollette di gas e luce. Per un Paese come l’ Italia che vive del lavoro di piccoli imprenditori e artigiani tutto ciò è devastante. E lo sarà ancor di più con l’andamento delle guerre in corso.

venerdì 13 giugno 2025

Confagricoltura lancia l'allarme

Confagricoltura lancia l’allarme: con la pandemia è stata messa a rischio l’intera filiera agroalimentare. Il rincaro delle materie prime, la peste suina e il possibile ripristino dei dazi sul riso mettono una pesante ipoteca sul settore. Il blocco dell’export dei soli salumi pesa per circa 3 mld di euro al mese. Coltivare un ettaro di mais costa 487 euro in più del prepandemia. Calcolando tutte le voci, i ristori stanziati dal governo per gli agricoltori in crisi non sono sufficienti. Calcolando che i turisti stranieri, Covid permettendo, visitano l’Italia attratti soprattutto dal buon cibo e da buon vino, Cinesi in testa, il comparto andrebbe salvaguardato da una manovra ampia e complessiva che lo rilanci in tutte le sue particolarità, non solo la pizza già patrimonio dell’Umanità, o il caffè espresso anche per il quale si è chiesta in questi giorni la tutela Unesco e per l’intera cucina italiana il patrimonio dell’Umanità (che però devono ancora arrivare).

giovedì 12 giugno 2025

Stagione estiva, piatti pronti

Con il caldo, che è già scoppiato anche se non è ancora il solstizio di estate che cade il 21 giugno, un modo pratico e veloce per non mettersi ai fornelli è quello di riempire frigorifero e dispensa di piatti pronti. Ogni supermercato ha il suo scaffale dedicato a questi ultimi. E si possono gustare le insalatissime, le verdure grigliate con il riso nero, il riso integrale con cavolfiorie gamberetti, il riso nero con legumi. Queste sono proposte della Conad, ma ogni catena, come per esempio Esselunga, Lidl, Aldi, Iper, Eurospin hanno il loro assortimento. Non c'è che il piacere della scelta.

Peperone giallo, ricette

Chiudo la carrellata degli ortaggi di stagione in questo scorcio di primavera che prelude all'estate, con il peperone giallo. Il più pregiato, di cui vi ho già parlato da queste pagine, è quello di Carmagnola, coltivato nell'omonimo areale in provincia di Torino. Due le ricette che vi propongo. Per entrambe il peperone va lavato, asciugato, privato del torsolo superiore e delle parti bianche interne e messo in forno a 180° dentro un sacchetto di carta finché la sua pelle non raggrinzisce. A questo punto, va fatto raffreddare e gli si toglie la pelle. Tagliato a striscioline è pronto sia per una peperonata cotta con solo olio, aglio e sale (sprigionerà così tutta la sua dolcezza), oppure dopo averlo cotto così e avervi aggiunto una manciata di olive nere disossate per una pasta corta fredda. Più avanti, in estate, sarà la volta di fagioli borlotti e piselli.