mercoledì 18 giugno 2025

Le guerre del grano

Circumnavigare l’Africa causa la chiusura dello Stretto di Hormuz per via delle due guerre in corso è una pesante ipoteca sulla struttura dell’ economia. Per stare solo in casa nostra graverà sui costi agricoli ed energetici delle piccole imprese di cui siamo intessuti. Quanto costeranno i dazi voluti da Trump sulla nostra agricoltura? Parecchio, se si considera che gli Stati Uniti hanno già stretto alleanza con la Cina in funzione anti Russia. Quest’ultima è ben più grande dell’ormai timida Europa Occidentale. E potrebbe intervenire contro di lei nelle due guerre che dominano lo scacchiere internazionale. Turchia e Israele e quella contro l’Ucraina. Tornando all’agricoltura, per il biologico le nostre terre eccellono a livello mondiale, seconde solo forse alla Francia (e non per niente Macron non è d ‘accordo con il nostro governo). L’ economia globale, con l’apertura di tutti i mercati che si affacciano sul mare, aveva aperto sbocchi importanti per le nostre esportazioni. Arrivando a raggiungere i cosiddetti Brics (Brasile, India, Cina, Sudamerica). Ma con la chiusura dello Stretto di Hormuz si è costretti a circumnavigare l’Africa per uscire dal Mediterraneo. Con l’aumento dei costi di produzione e spedizione che i nostri piccoli imprenditori hanno fatto presto a calcolare. Come e dove venderemo ora i nostri surplus di ottimo cibo come i formaggi, i salumi, il vino e l’olio? Tra l’altro etichettati con le diciture che li fanno provenire da areali certificati? Dove finiranno tutte le carte che una burocrazia come quella dell’ Unione Europea ci ha costretto a firmare per avere le produzioni conformi ai disciplinari di ciascun elemento della nostra già complicata filiera agricola? Pare che Trump e Meloni si siano accordati sul 10%, che non è più il 45% paventato da Musk, dei dazi su acciaio a automotive. Certo è già molto. Ma già prima delle guerre il carrello della spesa era aumentato del +2,6%. Un’enormità per le famiglie taglieggiate dall’aumento delle tasse (gli scaglioni Irpef sono tre e non quattro come prima ed è facile capire come questo sia l’esatto contrario del taglio del cuneo fiscale). E gravate dall’aumento del costo dell’energia nelle bollette di gas e luce. Per un Paese come l’ Italia che vive del lavoro di piccoli imprenditori e artigiani tutto ciò è devastante. E lo sarà ancor di più con l’andamento delle guerre in corso.

venerdì 13 giugno 2025

Confagricoltura lancia l'allarme

Confagricoltura lancia l’allarme: con la pandemia è stata messa a rischio l’intera filiera agroalimentare. Il rincaro delle materie prime, la peste suina e il possibile ripristino dei dazi sul riso mettono una pesante ipoteca sul settore. Il blocco dell’export dei soli salumi pesa per circa 3 mld di euro al mese. Coltivare un ettaro di mais costa 487 euro in più del prepandemia. Calcolando tutte le voci, i ristori stanziati dal governo per gli agricoltori in crisi non sono sufficienti. Calcolando che i turisti stranieri, Covid permettendo, visitano l’Italia attratti soprattutto dal buon cibo e da buon vino, Cinesi in testa, il comparto andrebbe salvaguardato da una manovra ampia e complessiva che lo rilanci in tutte le sue particolarità, non solo la pizza già patrimonio dell’Umanità, o il caffè espresso anche per il quale si è chiesta in questi giorni la tutela Unesco e per l’intera cucina italiana il patrimonio dell’Umanità (che però devono ancora arrivare).

giovedì 12 giugno 2025

Stagione estiva, piatti pronti

Con il caldo, che è già scoppiato anche se non è ancora il solstizio di estate che cade il 21 giugno, un modo pratico e veloce per non mettersi ai fornelli è quello di riempire frigorifero e dispensa di piatti pronti. Ogni supermercato ha il suo scaffale dedicato a questi ultimi. E si possono gustare le insalatissime, le verdure grigliate con il riso nero, il riso integrale con cavolfiorie gamberetti, il riso nero con legumi. Queste sono proposte della Conad, ma ogni catena, come per esempio Esselunga, Lidl, Aldi, Iper, Eurospin hanno il loro assortimento. Non c'è che il piacere della scelta.

Peperone giallo, ricette

Chiudo la carrellata degli ortaggi di stagione in questo scorcio di primavera che prelude all'estate, con il peperone giallo. Il più pregiato, di cui vi ho già parlato da queste pagine, è quello di Carmagnola, coltivato nell'omonimo areale in provincia di Torino. Due le ricette che vi propongo. Per entrambe il peperone va lavato, asciugato, privato del torsolo superiore e delle parti bianche interne e messo in forno a 180° dentro un sacchetto di carta finché la sua pelle non raggrinzisce. A questo punto, va fatto raffreddare e gli si toglie la pelle. Tagliato a striscioline è pronto sia per una peperonata cotta con solo olio, aglio e sale (sprigionerà così tutta la sua dolcezza), oppure dopo averlo cotto così e avervi aggiunto una manciata di olive nere disossate per una pasta corta fredda. Più avanti, in estate, sarà la volta di fagioli borlotti e piselli.

martedì 10 giugno 2025

Ortaggi di stagione, peperoni verdi ripieni

I peperoni ripieni, preferibilmente quelli verdi, li preparo così. Li lavo, tolgo il torsolo superiore e anche le parti bianche interne che sono responsabili del peso sullo stomaco. Nella parte superiore dove resta un foro introduco il ripieno fatto di carne, mista ad uova, a pangrattato e formaggio grattugiato, sale e pepe. In un tegame poso i peperoni così preparati in piedi e cospargo di sugo di pomodoro. Cuocio a fuoco lento fino a che la pelle dei peperoni non si affloscia, il che significa che sono cotti.

Ortaggi estivi: melanzane alla parmigiana

Con la salsa di pomodoro della quale ho già dato la ricetta, in estate preparo anche le melanzane alla parmigiana. Come tutti voi certo saprete, le melanzane scure oblunghe, tolta la sommità verde e pungente, vanno tagliate a fette non troppo sottili per il lungo. E messe sotto sale per togliervi l'amaro. Una volta fatto ciò, si devono lavare ed asciugare. Poi procedo nel seguente modo. Le friggo velocemente in farina ed uova. Per poi adagiarle in una pirofila di vetro unta di burro, alternando uno strato di melanzane ad uno strato di salsa e ad uno di parmigiano reggiano. Finisco col parmigiano ed inforno a forno ventilato a 180° per un quarto d'ora stando ben attenta a non farle bruciare.

Errata corrige

Mi corre l'obbligo di correggere uno svarione (cioè un errore grave e non un semplice errore di battitura) di un post della scorsa settimana. Ho scritto infatti che giugno era una volta il mese in cui si arrivava a sapere quanto Pil (prodotto interno lordo) si era riusciti a raggiungere. Sbagliatissimo, questo non si può sapere in anticipo. Piuttosto fino a giugno si lavorava per il fisco, cioè per pagare le tasse. E solo i sei mesi dopo si poteva intascare il frutto del proprio lavoro. Ma i tempi cambiano, siamo giunti ai 25 anni dopo il Duemila. Quindi si affacciano ben altri problemi. Abbiamo la resistenza messa in atto da Greta Thunberg e i suoi seguaci per tenere alta l'attenzione sui problemi delle guerre di ultima generazione. Oppure gli interventi di esperti sulle conseguenze del cambiamento climatico. Allevamenti climalteranti non sono solo quelli dei polli. Anche maiali e vitelli, come ho più volte scritto su queste pagine, vi concorrono. Ma non tutte le persone, e ci mancherebbe, sono disposte ad abbracciare una dieta vegetariana o vegana. E la carne consente pur sempre il maggior apporto di proteine (che sono contenute anche nei legumi).