giovedì 22 aprile 2021

Cheese, le forme del latte

Città di Bra (Cn) e Slow Food confermano lo svolgimento dell’evento e ne annunciano le date: dal 17 al 20 settembre. Il programma sarà disponibile da luglio.

Cheese, il più grande evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo e alle forme del latte, si svolgerà, nonostante il Covid e nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, dal 17 al 20 settembre.

Ad annunciare ufficialmente le date della tredicesima edizione sono gli organizzatori, la Città di Bra e Slow Food, che hanno deciso di dare un segnale di ottimismo e di ripartenza a tutti i soggetti legati a questo evento e a ciò che esso rappresenta. Innanzitutto il mondo del formaggio di qualità, che come ogni due anni si riunirà nella cittadina piemontese, il territorio che da sempre ospita la manifestazione, ma anche i settori della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera, tra quelli più duramente colpiti dalla crisi innescata dalla pandemia.

Comunità che accoglie, realtà da vivere, luogo di relazione e crescita. Questo vuole essere nelle parole del sindaco di Bra Gianni Fogliato la manifestazione: facendo conoscere i prodotti portati qui da tutto il mondo e contribuendo a dare il necessario ossigeno alle attività locali e al comparto turistico. E Daniele Buttignol, direttore generale di Slow Food Italia rimarca come pastori e casari sono tra le categorie, insieme alle altre del mondo agricolo, che più hanno sofferto la crisi: la natura infatti non si è mai fermata e gli animali hanno continuato a produrre latte. Ma è sfumato un importante sbocco di mercato con la chiusura delle attività di ristorazione e le restrizioni imposte a mercati e fiere. Nonostante ciò non mancheranno quest’anno i grandi classici: il Mercato dei formaggi e la Via degli Affinatori, punto di riferimento per appassionati e buyer, le conferenze di approfondimento e i momenti ludici per famiglie e bambini. 

La rassegna è anche conferenze e  incontri informali, con cuochi, negozianti, tecnici e accademici, italiani e stranieri. Dalla prima edizione del 1997 a oggi sono state tante le battaglie condotte, dalla difesa del latte crudo al no ai formaggi fatti con il latte in polvere, dai focus sulle normative e sulle politiche Europee, all’analisi delle storture del mercato del latte (che schiaccia i piccoli e omologa la produzione). Nel 2019 si era arrivati alla consapevolezza di aver fatto breccia tra i produttori presenti e l’opinione pubblica sull’importanza della produzione naturale, non solo di formaggi, ma anche di salumi e pani, vini e birre. Naturale è possibile: si possono allevare gli animali al pascolo e produrre formaggi a latte crudo senza aggiungere fermenti selezionati.

Due anni fa la vivevamo, dicono gli organizzatori, come un’idea non nostalgica, ma innovativa e strategica per il futuro del cibo e il suo legame con il territorio. Oggi, con le nuove consapevolezze che ci lascia in eredità la pandemia di Covid-19, la vediamo come una necessità, un imperativo: difendere strenuamente la biodiversità.


Credit: Alessandro Vargiu
 

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