La carne. Fa bene, fa male? Le opinioni sono
contrastanti, ma intanto cresce (il 7% degli italiani) il popolo vegano,
neanche vegetariano, quello che fa a meno anche di uova e formaggi, per
intenderci. Ma la salute ci guadagna davvero? Oppure, al netto di pesticidi e
di farine animali con le quali si nutrirebbero gran parte delle nostre mucche
invece di mandarle al pascolo, la Dieta mediterranea che raccomanda di mangiare
carne due volte la settimana e pesce una, con abbondanti contorni di verdura e
di frutta a fine pasto, non sarebbe la soluzione migliore? Dietisti e nutrizionisti
sono concordi: d’altronde l’Italia, che si ciba in gran parte così, e il
Giappone, la cui alimentazione è basata su riso, vegetali e pesce al vapore,
sono i Paesi più longevi al mondo. Insomma le proteine nelle quali ci sono
parti di acido desossiribonucleico non possono mancare in una dieta sana soprattutto
dopo lo svezzamento per i più piccoli.
D’altra parte è anche vero che le farine animali
date in pasto alle vacche e ai manzi hanno fatto scoppiare anni addietro il
caso “mucca pazza”, che ha imposto l’origine della carne in etichetta - quella
di mucca pazza proveniva dall’Inghilterra - per riscoprire l’allevamento al
pascolo e la carni più buone. Tra queste un posto d’onore spetta alla carne di
razza piemontese, la celebre Fassona. Questo
autunno durante “I Sapori della Carne”, Salone gastronomico dedicato proprio a
queste bestie, sono state lanciate le Fassonerie, nella zona di Cuneo (località
Ronchi), una specie di indicazione di origine protetta dell’allevamento. E
subito i partecipanti si sono sfidati in un’originale sfida tra le migliori
battute al coltello, condotta dal critico enogastronomico Paolo Massobrio.
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