Il
Consorzio dei Vini di Lambrusco ha fatto ricorso in Cassazione presso l’Alta
Corte di Madrid per l’intenzione della Commissione Ue di liberalizzare la
denominazione di alcuni vini italiani a denominazione di origine tra i quali
appunto il Lambrusco. A tal proposito il Consorzio fa presente che “Per il
settore vitivinicolo in adeguamento anche al Trattato di Lisbona si prevedono
degli atti delegati e di esecuzione del Reg. UE n. 1308/2013 in materia di
etichettatura e presentazione vini. Nulla di più condivisibile se non fosse che
gli orientamenti espressi dalla DG AGRI in materia di armonizzazione delle
procedure a livello orizzontale paventano anzitutto un pericolo di maggiori
libertà operative nell’etichettatura dei vini che nulla ha a che fare con la
semplificazione.”
Il comportamento della
DG Agri di Bruxelles – per rotazione in questo momento è diretta da uno
spagnolo – avrebbe il fine non dichiarato di valorizzare la produzione di vino
da tavola della Spagna e nasce il timore delle 11mila
imprese viticole del territorio di
Modena e di Reggio Emilia per questa concorrenza ritenuta sleale.
In
proposito l’iscrizione al registro di Lisbona cita in calce l’articolo 107 del
Regolamento UE 1308/2013 e il dispositivo giuridico dell’articolo stesso fa
riferimento al concetto della Denominazione di Origine la quale non può essere
imitata o utilizzata in modo parziale. ”Per ultimo, ma non meno importante,
informa Ermi Bagni – direttore del Consorzio di Tutela - la produzione media
annua dei vini DOP e IGP “Lambrusco” è di160mila di bottiglie delle quali il
65% viene esportato in 52 paesi.
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