Sì, concordo con chi l’ha già
scritto prima di me: il cibo era molto meglio quando non se ne parlava. A
questo proposito ho pensato di pubblicare una ricetta dell’Artusi al giorno per
far capire qual è il vero spirito della cucina italiana, quando lo si andava a
cercare nelle varie regioni, facendo patrimonio delle cuoche che vi
collaboravano, scrivendogli lunghe lettere, e che davvero avevano un rapporto
con gli ingredienti semplici ma genuini e “veri” che cucinavano. Pellegrino
Artusi, romagnolo doc, fece dei viaggi dai
quali trasse, oltre che il suo immenso sapere in cucina, anche degli aneddoti
che oggi fanno sorridere, ma ai tempi erano cose gravi. Una volta rischiò anche
la morte per l’ingestione di cibo avariato. Oltre ad aver perso le sorelle per
un’incursione a casa sua di un pirata dei tempi. Il modello cui ispirarsi è una
cucina sana e con pochi fronzoli, che va al cuore della ricetta proposta,
magari con un po’ di condimento in più di quello cui siamo abituati oggi per
stare in forma, ma che, depurata da questo, funziona ancora oggi. Tra i
dibattiti che fervono sull’etichettatura
dei prodotti in vendita, sulla loro genuinità, sulle frodi alimentari
che toccano un po’ tutti i settori, come le ultime aflatossine nel latte, vale un’osservazione che ho sentito da
qualche parte: al supermercato non comprate nulla che vostra nonna non
comprerebbe.
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