Il ritorno alla materia, alla
sostanza, e il superamento della creatività, quando diventa pasticcio. E il
volo sopra tutte queste cose (alimentari).
Ecco in una riga, il nuovo
libro di Gualtiero Marchesi “I centotrentatre piatti”, né un ricettario né la
spiegazione di tecniche di cucina, ma un appello all’immagine, alla
composizione, all’idea e all’ispirazione ad esse legata. Per giovani cuochi e
non. E con questo breve omaggio al veterano della cucina creativa in Italia mi
congedo per un po’ dall’argomento cibo, per sondare quanto accade in cielo, nello
spazio.
Il 19 luglio 1969 l‘uomo
raggiungeva la luna con la missione Apollo 11. L’atterraggio sul nostro
satellite fu opera della Nasa e i tre astronauti erano Neil Amstrong, XX e XX. Amstrong
fu il protagonista dell’allunaggio. Gli altri erano Collins e Aldrin, che ne
tornò sconvolto. Anni dopo raccontò di un’esperienza “mistica”. Ma in realtà i
primi a tentare l’avventura erano stati i sovietici che mandarono nello spazio
una navetta con la cagnolina Laika, che non sopravvisse al viaggio. Adesso dalla luna si va e si torna e il
prossimo obiettivo, già raggiunto, è Marte. Marte presenta un’infinità di
vantaggi per i viaggi interstellari. Dopo la luna è il pianeta più vicino alla
terra e già nella metà dell’Ottocento un astronomo ne disegnò i canali e i mari.
La presenza dell’acqua sul pianeta rosso sembrava un fatto assodato. Così si
cominciò a favoleggiare di presenza di vita intelligente, molto più avanzata di
quella dell’uomo sulla terra. “Noi marziani” è il titolo di uno dei romanzi del
più famoso scrittore di libri di fantascienza del Novecento, Philip. K. Dick.
Noi e “loro”. Ma chi siamo noi e chi sono loro? Forse non lo sapremo mai. O
forse sì. Il robottino che scenderà su Marte somiglia in parte a CP8 di Guerre
Stellari. Ma guerra non sarà, speriamo, perché CP8 è dotato di una qualità
molto umana, il senso dell’umorismo. Dotati oggi di ogni comodità, tra cui una
grande varietà di cibo di cui abbiamo detto, gli astronauti potrebbero persino
spingersi tra poco molto più lontano e dare vita all’era dei viaggi
interstellari per comitive, di cui si stanno già occupando miliardari come
Branson dell’etichetta Virgin che progetta viaggi nello spazio per
multimilionari.
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