Tra tutte le notizie che
circolano nelle newsletter e nei comunicati stampa, sembra che a Expo domini
Slow Food con i suoi orti di Terra Madre. E certamente sarà il progetto più
importante quanto a dare cibo per il prossimo futuro in Africa con il suo programma
di coltivarne le terre con 10.000 orti per i contadini che le abitano, terre riprodotte anche
nello stand, ma per arrivarci, deve essere in fondo al Decumano, lungo 1,5 km,
si è obbligati a camminare molto e intanto si incontrano molti altri padiglioni
interessanti. Come quello degli Emirati Arabi Uniti costruito a forma di grande
duna del deserto dai Cinesi e che attende dentro i visitatori con uno
spettacolo in sourround davvero stupefacente. Tra l’altro il prossimo Expo del
2020 sarà ospitato proprio da questo Paese. Per il resto la visita si snoda tra
padiglioni di sicuro valore architettonico all’esterno, ma spesso deludenti
all’interno. Fa eccezione il padiglione Italia che è costato 93 milioni e che
oltre ad essere di grande impatto anche da fuori, fa una grande scena al secondo
piano dove, camminando su un piano di vetro, si vedono scorrere le montagne, i
mari e i laghi del paesaggio italiano. Bello anche lo stand di Israele che le
sue pareti rivestite di orti e quello austriaco, una foresta irrorata da
spruzzi d’acqua. I ristoranti oltre ad alcuni punti ristoro piuttosto anonimi,
sono quelli di Identità Golose, con gli chef stellati che offrono 3 piatti a 76
euro, quelli regionali di Eataly, lo Spazio Bollicine Ferrari, la Terrazza
Martini, Sapòrem con Mortadella Igp, Grana Padano, Prosciutto San Daniele e
Prosecco Conegliano Valdobbiadene da assaggiare a mò di aperitivo. Da qualche
parte mi pare di aver capito che si possano assaporare anche piatti esotici di
culture molto lontane dalle nostre come le alghe e gli insetti fritti, ma non
abbiamo visto dove. Adesso con il caldo meglio andarci di sera, costo del
biglietto 5 euro (il biglietto giornaliero varia dai 34 ai 36 euro); si entra
alle 19 e alle 21 i padiglioni chiudono ma si aspetta fino alle 22 che venga
scuro per godersi lo spettacolo di luci e suoni dell’Albero della Vita, con la
sommità che assomiglia a quella che Michelangelo disegnò per il Campidoglio.
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