Oggi è la Giornata della Terra, Earth Day, ma paradossalmente è anche il momento in cui l'abbiamo rovinata di più. E' vero, dopo la siccità, sono bastati due giorni di (moderata) pioggia a far rinverdire i campi. Ma questo non basta. E' l'intero nostro modo di vivere che è cambiato e cambierà per sempre. E' corsa nei supermercati a scegliere il prodotto migliore per sanificare la casa, sia esso anche vodka o grappa (visto il loro alto contenuto alcolico). Ma è diverso da come lo si fa se si abiti in Italia, Cina o Germania. Dopo un ventennio di Berlusconi in Italia, dopo l'aver rialzato la testa dei contadini poveri in Estremo Oriente per avere anche loro uno straccio di educazione in Cina, dopo la riunificazione operata da Angela Merkel tra DDR e Germania Occidentale, nessuno vuole più rinunciare ai suoi diritti. E' rimasto solo il Papa, con le sue encicliche, a ricordarci come il modo di guardare alle nostre risorse e di consumarle non sia illimitato. Dobbiamo imparare a essere più umili, meno superbi e invidiosi (questi Dante li mette in attesa in Purgatorio). E ricordare di come in Africa il colera o l'ebola non perdonano, mancando lì l'acqua e quel minimo di igiene che adesso stiamo imparando anche noi a mettere in pratica anche senza essere in quelle estreme condizioni. Anche per non essere presi per untori (come nella peste del Seicento raccontata da Alessandro Manzoni). La Terra ce lo sta dicendo, non c'è più tanto posto per tutti. Né da mangiare per tutti. I prezzi dei generi alimentari rincarano e solo chi ha fatto la formichina invece che la cicala in tempi migliori (leggere le favole di Esopo) può alimentarsi.
La madre Terra (Geo o Cerere) ci sta presentando il conto e non farà certo sconti a nessuno.
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