Il sito della tv Svizzera italiana è
molto dettagliato e dedica una pagina intera ad Arese (Mi), sulla A8,
autostrada per la Svizzera, dove sarebbero tutti sul piede di guerra. In realtà
solo una parte, perché la cittadinanza in generale sembra o non saperne molto o
addirittura non preoccuparsene per niente, tranne i piccoli commercianti della
stradina del centro che in realtà sono molto pochi. E qualche piccolo quartiere
con negozietti che oggi non si chiama più
centro storico, ma centro commerciale naturale. Con buona pace di Marc Augé, il
sociologo dei consumi che ha messo in guardia contro i centri commerciali in
quanto “non luoghi”, crocevia di persone che non si conoscono, si incrociano
per un attimo e non fanno certo il cuore di una città, anche se Milano con gi
interventi per il centro storico di Giuliano Pisapia è molto migliorata.
Peccato non aver pensato alle periferie, che sono ancora da terzo mondo.
Il sito della Tv Svizzera, che però non
parla della presenza in zona di una Conad appena ristrutturata e di una
Esselunga molto grande, continua poi: “Non bastava Expo (che ad Arese ha posto
qualcosa come 11 mila parcheggi auto). Non bastava la quinta corsia
sull'autostrada, già peraltro trafficata ogni giorno. Ora sta per arrivare
anche questa mega struttura commerciale, l’Arese Shopping Center della Grande I
di Brunelli che (si dice) porterà circa 50 mila auto al giorno in zona. Per
questa ragione è nato un battagliero comitato, “Passaparola”, che ha raccolto
circa 5.000 firme di cittadin (in tutto la cittadina ne conta 19mila)
preoccupati per il possibile aumento del traffico in una zona fino ad oggi
considerata esclusiva e residenziale. Occuperà una parte (si dice 77 mila mq ma considerando l'intera struttura si
arriverà a oltre 120 mila mq) dell’area dello stabilimento ex-Alfa Romeo,
rientrando così in un più ampio progetto di riqualificazione dell'area.”
Naturalmente si tratta di un'opera discussa per dimensioni e impatto
ambientale, una vera cattedrale dello shopping, la più grande in Italia e forse
nella stessa Europa con un ipermercato enorme: una food court con 25
ristoranti, oltre 200 negozi di marche famose (dall'elettronica
all'abbigliamento) e parcheggi coperti per più di 6.000 vetture. Complessivamente
l’investimento totale previsto è intorno al miliardo di euro e oltre al gruppo
Brunelli (marchio Ipermercato e capofila del progetto) ci sono Euromilano,
Intesa Sanpaolo, Unipol e altri soci minori, che da quasi 18 anni (il potere
della burocrazia in questo caso non è poi tanto negativo, ma concedere lo
stesso alla fine la licenza non fa che rendere gli interessati ancora più
interessati a cannibalizzare l’intera zona) attendevano i permessi di realizzazione.
Ci guadagneranno, in termini di ripresa del mercato immobiliare almeno le case
vicine; o per arrivare ai 120mila mq di occupazione del suolo si costruiranno
ancora case concorrenziali con le più vecchie, quasi tutte di classe G, perché
di classe energetica A?
Si dice che l’ipermercato aprirà primavera prossima, ma le selezioni per
eventuali occupati all’interno della struttura sono già chiuse. Alla faccia del
jobs act.
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