Nel 2014, secondo un rapporto Cia
(Confederazione italiana degli agricoltori)-Censis, le imprese italiane nel
settore dell’agrifood nel 2014 erano cresciute di 117mila unità. Ma secondo
altri bisogna fare i conti con l’erosione e la cementificazione del suolo che
ne ha sottratto all’agricoltura già il 50% in Regioni a questo proposito
significative, come la Toscana e il Lazio. Inoltre l’Italia è il Paese dalle
“mille” contraddizioni: perché in una campagna come quella di alcune nostre regioni, dove tutti vorrebbero venire
a vivere o a soggiornare, già cantata da Goethe o da Stendhal, gli agriturismi
funzionano poco? Tutti questi nodi verranno al pettine a Expo? O sarà solo una
mostra di video?
A livello mondiale il 70% delle
terre è coltivato per l’autoconsumo ed è terreno da “dissodare” per le
multinazionali che non a caso sponsorizzano Expo (Coca Cola e McDonald’s).
Pumpkin è una barretta di cereali, vitamine ed oligominerali che vorrebbero
vendere nel Sud del Mondo. Dove tra l’altro esiste da tempo il fenomeno del
land grabbing, ossia l’affitto di terre da parte dei Paesi di nuova
industrializzazione come la Cina, per sfamare la propria di popolazione. I
Paesi più svantaggiati tra l’altro non hanno nemmeno un proprio padiglione ad
Expo e sono stati riuniti in 4 cluster, ossia quattro padiglioni accomunati da
uno stesso tema. Il riso, di cui fanno parte Laos e Cambogia, cacao e
cioccolato, caffè, frutta e legumi, spezie, cereali e tuberi, bio-mediterraneo,
isole mare e cibo, zone aride. Qui si potranno anche assaggiare prodotti di
culture molte diverse dalla nostra come gli insetti fritti, o la pelle di
serpente. Il padiglione del Nepal merita una visita in considerazione del fatto
della grande sventura che l’ha colpito, il terremoto di poche settimane fa, che
ha fatto centinaia di migliaia di morti.
Da poco inaugurato, in occasione
del 65esimo della sua nascita, è il padiglione Europa, alla presenza del
Commissario europeo Martin Schultz e del Ministro per gli Affari Esteri
Federica Mogherini. In questa occasione è stata anche diramata la notizia del
raggiungimento delle 1.000 firme per la Carta di Milano.
Poi c’è quello di Cibus è di Federalimentare,
la federazione delle aziende della grande distribuzione organizzata. Qui si può
visitare il supermercato del futuro, con tante dotazioni tecnologiche e la
collocazione dei prodotti sulla linea degli occhi.
Raggruppata sotto la sigla di
Eataly c’è tutta la ristorazione regionale delle nostre migliori produzioni,
com’è nello stile di Farinetti. Quattro o 5 ristoranti selezionati per regione
più i corner dedicati alla pasta, alla pizza, al pesce, alla carne, agli
stuzzichini. Sul decumano infine scorrono le “insegne” della nostra migliore
ristorazione stellata, i cosiddetti chef che per esempio nello spazio dedicato
a Identità Golose di Paolo Marchi proporranno 4 portate a 75 euro. Ma c’è anche
il ristorante Aromatica di Chic, Charming Italian Chef, con 20 eventi dedicati
ciascuno ad uno chef diverso in città (Milano) e a Expo sotto la regia di Ivan
Lo Basso. Per spendere meno ci sono gli snack bar e la ristorazione free flow
di Cir Food. Infine l’angolo Sapòrem a
Eataly raggruppa quattro delle nostre migliori produzioni Dop e Igp per un
aperitivo.
Insomma Expo è il luogo da
visitare, 20 milioni i visitatori attesi di cui circa 8 circa si stima, da qui
ad ottobre per conoscere, assaggiare, ma anche e soprattutto per le opportunità
di crescita professionale e imprenditoriale che dovrebbe offrire.
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