Cala in Italia lo spreco di cibo,
come ci si può accorgere facilmente dai bidoni della raccolta dell’umido,
sempre più vuoti. La sensibilizzazione ha colto nel segno e si fa ormai la
spesa di quanto effettivamente manca in frigorifero, senza riempirlo fino all’orlo
con la conseguenza poi di dover buttare ciò che nella settimana, l’intervallo
medio di tempo tra una spesa e l’altra, non si è riusciti a mangiare o è
scaduto. In compenso si buttano maggiormente, nell’ordine degli imballaggi:
carta, cartone, plastica e alluminio. Ma, se la plastica dura nel tempo, la
carta è facilmente riciclabile e se ne può fare anche cartapesta per i carri e
le maschere dei famosi carnevali di Venezia e di Viareggio. E, visto che siamo
in tema, segnalo che i grandi supermercati stanno già vendendo le chiacchiere o
crostoli o in qualunque altra maniera si chiamino nelle varie nostre Regioni
questi dolci da ricorrenza, appunto per il carnevale. Come si fanno in casa?
Con un monte di farina dove versarvi
dentro un tuorlo, mezzo guscio di olio e mezzo guscio di vino e lavorare l’impasto
facendolo poi riposare per mezzora sotto una tovaglia. Infine tagliare a
striscioline e friggere nell’olio di semi di arachide. Spolverare con zucchero
di semola o zucchero a velo. Un’altra ricetta impiega anche una cospicuo dose
di burro da mettere intero nella fontana di farina e poi anche sciolto nella padella,
in pratica una pasta frolla da ripiegare, dopo averla fatta riposare, per tre
volte su se stessa. Tra le pieghe infilare la parte lunga di un mestolo in modo
da ottenere da tre a tre striscioline da tagliare e gettare in abbondante olio per friggere.
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