Come per tante altre cose, la
ricetta per far fronte alle calamità moderne è nel passato. Così IVSRA,
l’Istituto per lo sviluppo rurale e l’agriturismo ha anticipato la settimana
scorsa i provvedimenti che il Governo sta prendendo in queste ore per sgravare
aziende e agricoltori dalle conseguenze del Coronavirus. Innanzitutto, scrive
Giorgia Pusceddu di IVSRA, “nel dopoguerra gli agricoltori, per guadagnare di
più, furono convinti a produrre molto in poco spazio anziché poco in molto
spazio. In sostanza per capire meglio in un ettaro di vigneto trasformato a
pergola si potevano produrre anche ottocento quintali di uva anziché gli
ottanta classici di un impianto a filare.” Solo dopo molti anni tuttavia si
capì che questo metodo portava ad un peggioramento della qualità dell’uva e del
vino, il prodotto di punta della nostra agricoltura. “Furono gli agricoltori
moderni degli anni Ottanta – continua Pusceddu - gli artefici del cambiamento,
insieme agli inventori dell’agriturismo, un modo di fare vacanze vicino alla
terra e ai suoi frutti.” Oggi per effetto del Covid-19, che IVSRA attribuisce
erroneamente alla “comunicazione sul Coronavirus” (non si tratta di
comunicazione ma di una emergenza reale, vera, che comporta molti morti e
sconvolge la vita e le abitudini di ciascuno di noi, ndr.), è certamente
necessario prendere dei provvedimenti che vadano incontro al settore, come tra
l’altro il Governo sta già facendo. Vediamo quali in base alla scaletta stilata
da IVSRA.
Finché c’è il virus azzerare i
contributi previdenziali per i dipendenti e la tassa di soggiorno per gli
ospiti, tagliare gli oneri sullo smaltimento dei rifiuti e il diritto d’autore,
introdurre l’incentivo di soggiorno.
Ridurre i costi di tutte le
imprese turistiche, tenuto conto della forte contrazione degli ospiti.
Chiamare a contribuire alle
suddette riduzioni tutte le istituzioni alle quali sono dovute imposte e
compensi che prescindono dai pernottamenti, pasti e servizi turistici venduti
dalle imprese.
Mantenere intatti i livelli di
occupazione.
Per fare questo secondo IVSRA
serve:
L’imposta di soggiorno abolita.
Dovuto agli ospiti di tutti i Comuni un incentivo di soggiorno (riduzione sulla
tariffa di alloggio) di 10 euro che le imprese turistiche recupereranno sui
versamenti Iva all’Erario.
Ridotta dell’80% l’imposta
sullo smaltimento dei rifiuti.
Ridotti dell’80% i contributi
SIAE (Società per i diritti d’autore), SCF (Società consortile fonografici) e
l’abbonamento speciale RAI.
Azzerati per le imprese i
contributi assistenziali e assicurativi sulle retribuzioni ai dipendenti dovuti
a INPS e INAIL e trasferiti a INPS e INAIL.
“In Italia – dichiara Stefano
Caporossi, responsabile del settore agricoltura di IVSRA – operano circa
216mila imprese ricettive turistiche, per 5,1 mln di posti letto: senza un
intervento forte e tempestivo del Governo stimiamo che il 30% chiuderà e il
70% licenzierà parte del personale.”
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