Vince per il secondo anno
consecutivo, su 5 edizioni, la Polenta Carbonera di Storo. Record assoluto per
il Festival 2019 di presenze, circa 8.000 persone hanno frequentato il borgo
trentino nello scorso fine settimana. Un record assoluto che nel giro di 5 anni
ha cambiato volto a tutta la piccola valle dove si coltivano campi di mais di
una varietà storica, particolare, unica e speciale per la farina “dorata”, il
Nostrano di Storo, della varietà Marano. Turisti provenienti soprattutto
dalle provincie limitrofe: per le viuzze del borgo si sentiva parlare lombardo,
veneto, toscano, emiliano ma anche tanti stranieri. La manifestazione
organizzata dalla Pro Loco di StoroM2 ha sancito inequivocabilmente come questa
pietanza, tipica dei territori di montagna, rappresenti una risorsa importante
anche per l’alta ristorazione data la sua versatilità nella creazione dei
piatti. Per i dieci gruppi di polenter in gara si è trattato di un confronto
all’ultimo colpo di Trisa ovvero il tradizionale mestolo con cui si prepara la
polenta. Ma per il pubblico vi è stata l’occasione di assaggiare altri tipi di polenta
e anche i gioielli della produzione gastronomica di questo angolo del Trentino,
collocato tra il lago d’Idro, la val di Fumo e le Dolomiti di Brenta. Il tutto
con il supporto di 500 volontari dell’intera Valle del Chiese.
Vincitrice del concorso ancora
la classica polenta di casa, la Carbonera di Storo che ha trovato concorde sia
la giuria tecnica che la giuria popolare, cioè dalle centinaia e migliaia di
visitatori che si sono volontariamente cimentati nell’assaggio delle 10 polente
in gara. Ai posti d’onore, le polente Macafana e Busiadar del borgo di Cimego,
mentre il voto popolare ha idealmente identificato come damigelle d’onore la
Carbonera di Condino e ancora la Macafana di Cimego. Quindi un giudizio
popolare e tecnico molto simile che prova quanto la didattica e la professione
sia d’accordo con il gusto e la passione del consumatore. Come ha detto
Giampietro Comolli, presidente della giuria tecnica: ”La polenta mette d’accordo tutti se è buona, onesta, fatta bene,
ricorda gusti antichi, ma ha sapori moderni piacevoli e anche un po’
intriganti. Salendo sul palco della proclamazione, ho potuto abbinare il codice
di ogni polenta in gara con il nome della polenta e della provenienza: massima
trasparenza. Inoltre le prime 3 della giuria tecnica erano racchiuse in 2,5
voti di differenza, le uniche sopra un voto medio di 8/10. Cresce anno dopo anno
la qualità, ma anche l’identità e il valore dei Polenter. Storo si conferma patria nazionale delle
migliori polente e l’uso della farina gialla di Storo da parte dei migliori
cuochi italiani e dei personaggi noti nel libro di ricette, ne sono la prova
scritta. La biodiversità, la contaminazione degli ingredienti e il mix delle
ricette sono il vero successo di un piatto notoriamente povero, che sta diventando
una specialità delle tavole gourmet. ” L’albo d’oro del Festival della
Polenta vede ancora primeggiare i polenter di Borgo Chiese (realtà
amministrativa nata dalla fusione di Condino, Cimego, Brione) con tre successi:
nel 2015 con La Macafana di Cimego, nel 2016 con la Carbonera di Condino e nel
2017 con la Macafana di Cimego.
Maggiori info su ww.visitchiese.it
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