Vivere 15 giorni con 150 euro.
E’ quello che sta provando fare un gruppo di giovani come medicina anticrisi.
Ma io con 150 euro ci vivo due
mesi, bollette e imu a parte. Secondo me si è perso il senso della misura.
Negli anni della Milano da bere
erano troppi quelli che credevano di aver inventato la propria impresa.
Senza sapere ben che fare.
Invece io ho sono stata modesta collaboratrice esterna e ora stringo la
cinghia.
Facile appellarsi a Papa
Francesco e al suo senso della povertà. Di non solo pane vive l’uomo l’ho
scritto 10 anni fa sulla testatina del mio blog e oggi lo rivendico come
primato insieme allo spreco di risorse per produrre una fetta di carne (lo
scrissi in un articolo per Italia Oggi) e fui la prima a parlarne. Ora scopro
che vogliono mettere una tassa sulla carne per questo motivo. Proprio strano
come gira il mondo.
A proposito poi di a che cosa
serve l’agricoltura ho scoperto che molti hanno letto il mio post di tanti anni
fa così intitolato, e andandolo a rileggere non mi sembra più una provocazione
quanto una seria riflessione.
Oggi tutti parlano di land
grabbing, di pomodori coltivati in Nigeria, di pasta fatta con il grano duro
degli Usa. Avevo già accennato a tutte queste tematiche molti anni fa. Come al
business delle intolleranze.
Di origine in etichetta delle
materie prime anche lavorate, poi, esistente in una direttiva di Bruxelles non
voglio nemmeno parlare, perché mi fece perdere un lavoro. Ma ora vengo a sapere
che in Francia l’hanno adottata per il latte e in Italia invece se ne deve
ancora discutere. Potere delle multinazionali? (Anche se io credevo
ingenuamente che le direttive di Bruxelles valessero automaticamente per tutti
i Paesi dell’Unione, che poi sono diventati 28).
Quando aprii il mio blog nel
2011 non credevo certo che venisse letto da tanti, anche se ho raggiunto punte
di 900 visite al mese. Ma poi mi sono ricreduta e ho continuato nel paziente
lavoro di smontare la massa delle tante credulità in cui cade la società dei
consumi appunto di massa. Ma ho scoperto che la gente comune ci vuole credere
pena la perdita del suo senso di stare nel mondo. Quindi i consumi sono al
centro.
Un ultimo accenno alle mode
vegane e a quelle del mangiare senza (senza zuccheri, senza sale, senza grassi,
senza colesterolo ecc.) è d’obbligo essendomi battuta in tempi non sospetti
contro la loro assurdità.
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