Che
ci sia veramente la crisi, ci crederò quando vedrò circolare meno macchine: con
quel che costa la benzina … Per ora, non tutto quel che si dice sul crollo dei
consumi è vero, soprattutto di quelli alimentari. E’ vero invece, a parte l’italico
vizio di lamentarsi sempre per tutto, che i nostri modi di consumare sono radicalmente
cambiati. E se in alto, chi prende decisioni, sapesse veramente come si sono trasformate
in questi ultimi dieci anni le famiglie, compreso il loro modo di stare a
tavola, fare la spesa, cucinare, o non cucinare - famiglie che tra l’altro, nel
senso convenzionale e tradizionale del termine, non esistono quasi più e non
solo e non tanto per l’accresciuto numero delle separazioni – non emanerebbe
cosiddetti decreti del “fare” tanto teorici quanto inutili.
E’
chiaro che si sta chiudendo un’epoca: quella dei piccoli negozi, per esempio. E
ai tanti giornalisti e sociologi che se ne sono occupati per decenni sulle
riviste specializzate del food e del mass market il dato non avrebbe dovuto sorprendere.
Come il fatto che anche la grande distribuzione, con i suoi mega centri
commerciali che hanno distrutto un paesaggio unico come quello italiano, non è
più la risposta ai veri bisogni dei consumatori.
Piuttosto,
lasciamo avanzare un mondo diverso, anche nella ristorazione - fast food, bar e ristoranti
tradizionalmente intesi, locali di grandi chef, osterie e trattorie - che con il
trasmigrare dei consumi alimentari da quelli esclusivamente domestici di una volta al fuori
casa, hanno la loro occasione da cogliere. Ma non solo per fare affari a caro
prezzo per il cliente.
Per
una volta, lasciamo fare – e questa volta la parola “fare” ha davvero un senso
- ai nostri figli che hanno tutta una vita davanti, che sono cresciuti
stando a tavola in maniera diversa da noi, i nostri padri e i nostri nonni. Che hanno
dalla loro parte l’entusiasmo della gioventù e che se sbagliano impareranno dai
loro errori, costruendo un mondo radicalmente diverso.
(Tra parentesi, nel sospendere questo blog fino a che non mi viene un'idea migliore,
perché l’era dei blog è finita, come sanno i più avveduti, tra i giovani ci
metto, nonostante l’età, anche Grillo, che sta provando in tutti i modi a
cedere loro il passo; un po’ meno invece Casaleggio che anche se più giovane di
Grillo mi sembra proprio uno nato vecchio, nel modo di pensare, intendo: e non si offenda, non è la tecno - padronanza a renderci giovani).
Perciò addio, anzi arrivederci. Riprenderò quando potrò scrivere le "Cronache del dopo bomba" (sempre nel food, si capisce).
Nessun commento:
Posta un commento